Abstract:
Questo tesi ha come oggetto d’analisi la raccolta ‘Mania’ di Daniele Del Giudice. Del Giudice si distinguerà dagli altri scrittori degli anni Ottanta per la sua passione, rara all’epoca, per la scienza e la tecnica, la scelta dei temi, la competenza scientifica, altresì per la volontà di esplorare zone limite della conoscenza e dell’esperienza umana. Nella Mania, come negli altri libri, si avverte subito la presenza del sapere scientifico, che si ritrova in tutti racconti costituendo così la particolarità della narrativa di Del Giudice, formando un rapporto organico tra le diverse parti della raccolta. La trattazione prenderà avvio dalla poetica di Del Giudice, partendo da un inquadramento della scena letteraria degli anni Ottanta e della posizione di Del Giudice nel sistema letterario di quegli anni, per passare alla sua competenza scientifica, con un esame del linguaggio tecnico-scientifico nelle sue opere, successivamente si prenderà in esame la visione della scrittura della probabilità e il legame dell’autore con Calvino. Una parte sarà dedicata al termine ‘mania’ come forma particolare di concentrazione e alle diverse forme di percezione. Si concluderà con un capitolo dedicato alla lettura dei racconti, intendendo con ‘lettura’ quel processo cognitivo che decodifica i simboli per metterli in relazione con il significato che hanno.