Abstract:
Il presente elaborato, proponendosi di affrontare una tematica complessa come quella del negazionismo, ripercorre la storia recente del Giappone individuandone alcuni momenti salienti che hanno impedito, e paiono impedire tutt’oggi al Paese, di proiettarsi verso il futuro con una lucida consapevolezza circa gli errori del proprio passato. Nella fattispecie, dopo avere definito i contorni del fenomeno ed averne offerto un’utile panoramica d’insieme, il testo procede ad una disamina approfondita di alcuni fattori che, inter alia, si ritiene siano stati determinanti nella formazione dell’identità giapponese dal primo dopoguerra ad oggi. Fattori che, a partire dalle fasi iniziali dell’occupazione statunitense del Paese, hanno concorso non solo alla formazione di un’allarmante silenzio circa il ricordo di alcuni dei principali crimini compiuti dalle forze imperiali nel corso della cosiddetta Guerra dell’Asia e del Pacifico, ma anche e soprattutto ad una loro almeno parziale ed effettiva obliterazione. Episodi, questi, che come risulta evidente nel caso del “Massacro di Nanchino” o nella tragica vicenda delle “comfort women”, sono ancora oggi oggetto di intense fibrillazioni politiche in Asia Orientale e non mancano, in quanto alimentati da nazionalismi forti e ben radicati, di rendere ancora più incerto uno scenario geopolitico già pericolosamente instabile.