Abstract:
L’evoluzione continua del contesto aziendale espone le imprese a condizioni di rischio costante poiché influenzate non solamente dalle decisioni del proprio management ma anche dall’ambiente esterno che le circonda.
Il cambiamento comporta per le aziende indubbi sforzi nell’attività di pianificazione e programmazione delle proprie attività poiché caratterizzato da elementi quali imprevedibilità e incontrollabilità.
In un sistema così mutevole e dinamico risulta infatti indispensabile per la sopravvivenza delle imprese la lettura tempestiva degli eventi e la qualità delle scelte aziendali.
Ma non tutte ci riescono e in questi casi possono sorgere situazione di difficoltà (contrattura) che a lungo andare possono sfociare in un dissesto aziendale o addirittura nella liquidazione aziendale.
Risulta dunque vitale per le imprese una profonda conoscenza del proprio stato di salute tramite un costante monitoraggio degli equilibri aziendali così da poter intervenire con azioni correttive in tempo utile.
La riforma al Codice della Crisi d’impresa contenuta nel Decreto Legislativo n. 14 del 14 febbraio 2019 introduce le cosiddette procedure di allerta con il fine di preservare le realtà aziendali e garantendo la continuità aziendale. Tramite un’appropriata analisi di bilancio per indici è infatti possibile individuare i sintomi della crisi consentendo interventi anticipati.
Qualora la crisi sia ad uno stadio avanzato è possibile in ogni caso ricorrere alle procedure concorsuali.
Per queste operazioni di vigilanza viene riconosciuta l’importanza della partecipazione attiva dell’organo di controllo, del revisore legale o della società di revisione, i quali hanno un duplice obbligo, ossia di monitorare l’equilibrio economico-finanziario ma anche di segnalare l’esistenza di segnali di crisi.
Questa riforma inoltre, rivede l’approccio di revisione, non più svolto solamente a consuntivo ma anche, e necessariamente, in via previsionale perché orientato alla solidità del principio del going concern e poiché “prevenire è meglio che curare”.