Abstract:
La presente tesi affronta l’attuale disciplina del fallimento nelle società. Com’è noto, il D.lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019, emanato in attuazione della L. 155 del 19 ottobre 2017, introduce nell’Ordinamento il nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, che in considerazione della modifica apportata all’art. 389 dello stesso dall’art. 5 del recentissimo D.L. 23 dell’8 aprile 2020 (“Decreto Liquidità”), entrerà in vigore il 1 settembre 2021 e sostituirà integralmente la vigente Legge Fallimentare (Regio Decreto 267/42). Probabilmente con tale scelta “forzata”, connessa all’attuale emergenza sanitaria e di conseguenza a quella economica che purtroppo si prospetta, si vuole consentire a tutti i soggetti coinvolti di continuare ad operare secondo una disciplina consolidata e permettere al sistema economico di superare la fase più acuta dell’emergenza economica. Del resto, è evidente che in un clima di incertezza e di una crisi economica derivante da causa di forza maggiore, di entità rilevante e diverse a seconda della durata dell’emergenza e dell’impatto sui vari settori produttivi, non potrebbero avere un reale significato gli indicatori della crisi ipotizzati; anzi, la loro “efficacia” probabilmente pregiudicherebbe la ratio della riforma, vale a dire, quella di intercettare tempestivamente lo stato di crisi, tramite un sistema di segnalazione tempestiva, e di intervenire sulla stessa, favorendo invece l’apertura di una procedura liquidatoria.
La presente tesi nel primo capitolo analizzerà la disciplina fallimentare nel suo complesso e le novità introdotte con la nuova riforma, avente effetti modificativi sull’intera disciplina; per poi proseguire nel secondo capitolo, approfondendo il ruolo fondamentale del curatore e i suoi profili gestori all’interno della procedura. Il terzo capitolo affronterà il tema dell’autonomia processuale del fallito e le connesse questioni di legittimità avverso gli atti impositivi.