Abstract:
La Commissione Europea ha definito la housing exclusion, cioè la condizione di povertà abitativa che può colpire persone vulnerabili, la manifestazione più seria della povertà e dell’esclusione nella nostra società, collegandola direttamente alla povertà economica. Infatti, oltre al costo vero e proprio per l’acquisto o la locazione di un immobile, a gravare sulle famiglie ci sono anche altri costi che sono legati all’abitare e sono definiti di “accesso” (tasse, utenze, spese condominiali, caparra, mutuo…). La forte diminuzione dei redditi delle famiglie e del loro potere d’acquisto, ha portato ad una crescita delle spese per la casa aumentando il problema dell’affordability, cioè della possibilità di ottenere un certo standard abitativo a un prezzo che non costituisca un peso irragionevole rispetto al reddito familiare. Oltre un terzo delle famiglie, tendenzialmente precarie e che fanno parte della cosiddetta “fascia grigia”, scivolano verso la povertà anche a causa della sproporzionata onerosità delle spese per la casa. È una condizione che non concerne gli individui che versano in condizioni croniche di difficoltà, bensì persone che si trovano perennemente esposte all’instabilità di diversa natura e a una debole integrazione sociale.
È in questo contesto che si potrebbe inserire l’housing sociale, inteso come reazione orientata a combattere il problema del disagio abitativo al fine di rispondere alla crescente necessità di alloggi adeguati ai nuovi bisogni.
Verrà preso in esame il cohousing come forma innovativa di social housing caratterizzato da un forte senso di comunità, opportunità di scambio sociale e inteso come pratica partecipativa per il rilancio del vicinato solidale e la rigenerazione urbana. Il cohousing è una modalità residenziale costituita da unità abitative private e spazi e servizi comuni, ed è caratterizzata da progettazione e gestione partecipate, condivise, consapevoli, solidali e sostenibili, lungo tutto il percorso. In particolare, verrà analizzato il progetto “Porto 15” di Bologna, il primo cohousing in Italia ad iniziativa interamente pubblica, che ha visto il recupero di 18 alloggi in uno stabile di proprietà dell’Azienda Servizi alla Persona di Bologna, con l’obiettivo di promuovere e sperimentare una nuova forma di abitare collaborativo rivolto ai giovani under 35.