Abstract:
La pratica del tatuaggio in Giappone è da lungo tempo afflitta da un profondo stigma sociale, le cui origini possono essere rintracciate nella formazione della pratica stessa. L’intento di questa tesi è di illustrare come tra coloro che praticano il tatuaggio esistano profonde differenze e divisioni, di formazione più o meno recente, che si riflettono tanto nella pratica quanto nella sua ricezione pubblica. I principali dati etnografici sono stati ottenuti tramite osservazione partecipante e interviste presso studi di tatuaggio situati a Tokyo, Osaka e Yokohama. Lo spunto iniziale della tesi è da ricercare nella fondazione dell’associazione ‘Save Tattooing in Japan’, il cui fondatore era all’epoca del mio soggiorno in Giappone coinvolto in un procedimento legale in cui veniva contestata la legalità stessa della pratica del tatuaggio. Affiancando al lavoro sul campo una prospettiva storica sulla pratica del tatuaggio e analizzando i dati raccolti utilizzando gli strumenti di analisi di habitus, campo e capitale proposti da Pierre Bourdieu, questa tesi mostra come in Giappone il tatuaggio abbia conseguito solo un parziale sdoganamento, di cui solo una parte dei tatuatori è in grado di godere.