Abstract:
Il rischio di credito rappresenta la causa della maggior parte delle perdite subite dalle istituzioni finanziarie poiché riguarda la quasi totalità delle transazioni sul mercato. La rilevanza del rischio di credito non si arresta alla sola dimensione relativa alle dinamiche di mercato: esso ha un peso notevole anche dal punto di vista della vigilanza sugli intermediari, poiché concorre in modo determinante al calcolo del requisito patrimoniale minimo richiesto. Da qui la necessità di derivare modelli organizzativi in grado di rispondere alle esigenze operative degli intermediari medesimi. L’obiettivo del presente lavoro è quello di approfondire il monitoraggio del rischio di credito, partendo dai modelli e dalle procedure adottate dalle banche e che ora sono previsti anche per i Confidi. In particolare, dopo una breve disamina dell’attività di monitoraggio del rischio di credito da parte degli intermediari finanziari tradizionali (banche) e dei Consorzi di Garanzia Collettivi Fidi (sia Confidi Maggiori ex art. 106 T.U.B., soggetti alla vigilanza di Banca d’Italia, che Confidi Minori, soggetti alla vigilanza dell’Organismo di vigilanza ex art. 112 bis T.U.B.), si descriverà il modello organizzativo e le procedure adottate da Neafidi S.c.p.a., Confidi ex art.106 T.U.B, vigilato da Banca d'Italia, nato su iniziativa delle Associazioni Confindustriali del Veneto e che ora opera anche in Friuli-Venezia Giulia ed in Emilia-Romagna.