Abstract:
Attraverso un’analisi della letteratura, di dati qualitativi e quantitativi, e grazie all'utilizzo di un questionario specifico, è stata avviata un’indagine per capire se esiste una relazione positiva tra lo sviluppo di relazioni inter-organizzative e la capacità di innovazione delle imprese automotive italiane; quindi i loro effetti sulla performance produttiva, sui processi di R&S e sulla capacità di mantenere il vantaggio competitivo d'impresa.
Dopo un inquadramento teorico nel quale si descrivono i principali obiettivi, vantaggi e limiti dei network inter-organizzativi, si è presentata la situazione globale del settore auto, con un focus particolare sulla filiera italiana.
Ciò che emerge è che i network sono forme organizzative indipendenti dai mercati e dalle gerarchie in quanto funzionano con meccanismi propri, distinguendosi per la caratteristica sociale delle relazioni. Tali reti di imprese, se governate diligentemente, evitando abusi di potere e comportamenti opportunistici, possono essere fonte di innovazione e di accesso a competenze diversificate, fondamentali per affrontare l’evoluzione dell’industria automobilistica in atto, in un contesto di incertezza e transizione elettrica.
Dall'analisi del settore si evince che sta lentamente cambiando il concetto di mobilità: intesa non più come meramente privata ma piuttosto come un servizio condiviso, in grado di cambiare abitudini ed esigenze dei consumatori, favorendo nuovi modelli di business e lo sviluppo di tecnologie innovative. Il quadro numerico del settore, proposto nel terzo Capitolo, mostra una significativa ripresa dell’industria globale a seguito della crisi economica del 2008 e l’affermarsi della Cina come il maggiore produttore di batterie elettriche, in grado di esercitare un ruolo significativo nel futuro della mobilità sostenibile. L’analisi sulla filiera italiana evidenzia un ritardo tecnologico significativo rispetto ai rivali americani e asiatici, causato soprattutto dalla mancanza di infrastrutture capaci di sviluppare e abilitare le innovazioni e da processi di internazionalizzazione poco efficaci.
L’elaborato termina con l’analisi analitica dei dati raccolti a livello nazionale attraverso il questionario 2020 fornito da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) in collaborazione con il CAMI (Center for Automotive and Mobility Innovation Cà Foscari) e con l’Osservatorio sulla Componentistica Automotive Italiana.