Abstract:
Viviamo in un periodo in cui il mondo, a seguito dello scoppio dell’epidemia COVID-19, si trova ad affrontare una situazione di crisi senza precedenti e in cui il ruolo delle banche assume un’importanza fondamentale al fine di evitare il rischio di una recessione economica.
In tale circostanza, le autorità europee e nazionali, hanno quindi emanato una serie di provvedimenti volti ad incentivare l’attività di esercizio del credito, facendo leva su quanto previsto dalle norme di vigilanza in materia di adeguatezza patrimoniale stabilite dagli Accordi di Basilea, le quali disciplinano, tra l’altro, i requisiti di capitale minimi che le banche devono detenere per far fronte al rischio di credito associato ad ogni posizione assunta.
I finanziamenti concessi alle imprese ai sensi del D.L. n.23/2020, infatti, trovano la loro ragion d’essere nel trattamento prudenziale che, in questo quadro regolamentare, viene riservato alle esposizioni verso, e garantite da, amministrazioni centrali e banche centrali, per le quali, in un contesto di impiego del metodo standardizzato, è prevista l’applicazione di un fattore di ponderazione nullo.
Detto ciò, risulta di particolare interesse comprendere quali saranno gli effetti benefici sugli assorbimenti patrimoniali delle banche italiane a seguito del rilascio di garanzie statali sui prestiti concessi alle imprese in tale contesto emergenziale.