Abstract:
Le questioni esistenziali al centro della vita di ogni uomo erano fondamentali per la civiltà occidentale come per quella orientale, c'è motivo di credere che queste due tradizioni condividessero un ampio continuum di idee e concezioni. Nel mondo buddhista, rispetto alla “Via” della religione taoista, o il logos aristotelico, la “Legge universale che esprime l'intera realtà stessa” è ciò che si considera come Dharma un concetto estremamente complicato.
Varie scuole buddhiste hanno creato delle teorie su questo concetto ma una delle scuole buddhiste che ha apportato un grande contributo nella creazione di un’analisi sistematica degli insegnamenti buddhisti principali, approcciando i dogmi della tradizione filosofica, è di certo quella Huayan. Il buddhismo Huayan svolse una funzione fondamentale nel fare luce sull’interazione tra religione, filosofia e i dogmi delle tradizioni precedenti soprattutto grazie ai riferimenti impliciti alle questioni ermeneutiche, soteriologiche e cosmogoniche.
L’obiettivo della mia ricerca è quello di raggiungere il più possibile una buona comprensione di come il buddhismo Huayan, tramite una presentazione teoretica e sistematica delle idee e delle modalità di pensiero e di espressione ha cercato di incontrare i bisogni intellettuali e spirituali del suo tempo. Nella prima parte dello scritto strutturerò il discorso facendo una breve panoramica sulla storia del buddhismo e le sue origini indiane fino ad arrivare al suo incontro con il pensiero cinese, per rendere più comprensibili e fluidi gli argomenti anche a chi non possiede un background sul buddhismo e le sue concezioni principali. Nella seconda parte dello scritto, la mia attenzione sarà volta alle dottrine ideate dai cinque patriarchi e al loro sviluppo. Nell’ultima, mi dedicherò al pensiero del patriarca Huayan che ha fatto nascere in me, in primis, il desiderio di approfondire gli argomenti di cui tratterò, ossia Guifeng Zongmi che occupò una posizione peculiare nella tradizione fino a lui precedente. Trovo affascinante l’attenzione che prestò alla cosmogonia, che si occupa dell'origine delle leggi cosmologiche, della loro storia e della loro evoluzione, tracciando una mappa cosmogonica. Mi occuperò della ripresa degli insegnamenti principali del buddhismo ma con una visione originale e speciale dell’ultimo patriarca che nella sua analisi sistematica riprese anche il mito della creazione spiegando come la cosmogonia buddhista corrisponda, su certi aspetti, anche ai resoconti trovati nelle fonti taoiste e confuciane tradizionali. Grazie a Zongmi si riesce a delineare un’immagine più chiara e precisa sulla concezione dell’origine dell’universo e su come esso sia strutturato. Nella parte conclusiva affronterò come Zongmi integrò i suoi cinque insegnamenti elaborati all’interno della classificazione dottrinale buddhista con il confucianesimo e il taoismo nella sua visione cosmogonica. Spiegando come tramite il processo di evoluzione fenomenica ci si muova da un piano ontologico verso le sue manifestazioni fenomeniche, rappresentando sia una cosmogonia e un'eziologia di come da un mondo popolato da individui privi dell’illuminazione, in cui l'illusione e l’inganno regnano sovrani si arrivi, sul piano ontologico, all’illuminazione.
Per affrontare questi argomenti mi rifarò soprattutto al testo che si pone alla base del buddhismo Huayan, costituito dal Sutra della ghirlanda (Avatamsakasutra) e alle varie opere e commentari realizzati dai maestri della scuola. Devo molto alle opere di Peter Gregory che sono state propedeutiche allo svolgimento della tesi, ossia Tsung-mi and the Sinification of Buddhism e il testo Inquiry into the Origin of Humanity che corrisponde ad una traduzione commentata dell’autore dell’ Inquiry into the Origin of Man di Zongmi.