Abstract:
La corrispondenza censurata dalla Commissione provinciale di censura di guerra di Treviso riflette la quotidianità italiana tra il 1940 e il 1943, di cui le relazioni e le lettere tolte di corso realizzano un'istantanea delle condizioni materiali e mentali del fronte interno.
Il meccanismo repressivo della censura si manifesta attraverso la criminalizzazione di atti quali la pederastia e l'aborto, mentre la funzione conoscitiva raccoglie gli umori degli italiani riguardo le numerose problematiche vissute durante il primo periodo bellico.
Gli italiani sono chiamati a gestire la questione alimentare, la cui ingerenza raggiunge dimensioni tali che non può essere taciuta nella corrispondenza, declinandosi nelle notevoli difficoltà dell'approvvigionamento e delle ingiustizie lampanti rispetto alla fame. I bombardamenti sono l'altro focus delle preoccupazioni italiane, il cui impatto e conseguenze determinano pagine e pagine nelle relazioni della Commissione. La fiducia degli italiani al fascismo si corrode nel corso degli anni, a causa delle carenze del Regime e dello stato della realtà del fronte interno rispetto alla propaganda fascista, ulteriormente intaccata al ricevimento di corrispondenza dai fronti, che avverte delle penose condizioni di vita dei soldati. Quanto è stato censurato consente di tratteggiare l'Italia tra il 1940 e il 1943, attraverso la lente del Regime di ciò che doveva essere negato e segnalato, salvaguardandolo involontariamente.