«De gli antiqui le sante orme»: per una ricezione della cultura antiquaria nella grafica veneziana di Marcantonio Raimondi

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dc.contributor.advisor Fara, Giovanni Maria it_IT
dc.contributor.author Castoldi, Emanuele <1996> it_IT
dc.date.accessioned 2020-10-14 it_IT
dc.date.accessioned 2021-02-02T10:14:07Z
dc.date.available 2022-06-22T11:46:04Z
dc.date.issued 2020-10-30 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/18297
dc.description.abstract Marcantonio Raimondi è oggi celebrato quale uno dei principali incisori del Rinascimento italiano, giunto a fama universale come primo divulgatore dell’opera e dello stile classico di Raffaello, con la cui bottega collaborò a Roma a partire dal 1509-1510. Tra i temi ricorrenti nella comprensione della statura artistica di Marcantonio, il rapporto con l’antico riveste un ruolo privilegiato. Eppure, risulta ancora oggi difficile inquadrare e mettere a fuoco tali dinamiche, entro una corale riscoperta dell’antico che coinvolse in modalità differenti le diverse aree della penisola. Nato intorno al 1480 nei pressi di Bologna, Marcantonio vive il contatto con l’antichità in alcuni dei centri più stimolanti d’Italia: la città natale, sulla scorta delle ricerche umanistiche dello Studio e del classicismo artistico propugnato in primis dal suo maestro, Francesco Francia; e, per un soggiorno di complessa definizione, orientativamente tra 1506 e 1508, Venezia, fulcro all’epoca di una rivoluzione artistica intorno alla figura di Giorgione che vedeva nella cultura antiquaria uno dei suoi motivi di ispirazione. L’elaborato intende concentrarsi proprio sul primo decennio del secolo, quando Marcantonio intraprende la sua formazione artistica prima di approdare, forte di un bagaglio culturale ricco e articolato, nella Roma di Raffaello, e soffermarsi in particolare sul contesto veneziano. Se, infatti, la critica negli ultimi decenni ha posto l’accento sulle possibilità di formazione nel capoluogo emiliano, l’attività lagunare di Marcantonio è stata scarsamente indagata in relazione all’antico, favorendo piuttosto l’analisi del rapporto con Albrecht Dürer, elemento canonico nella biografia dell’incisore fin dalle Vite del Vasari del 1568. Pertanto, dopo un capitolo dedicato allo sviluppo della storiografia artistica su Marcantonio giovane dal Cinquecento all’Ottocento, la tesi procede con l’analisi del contesto e delle fonti antiquarie veneziane sul fare del secolo, per poi ripercorrere l’attività dell’artista tra Bologna e Venezia, sottolineando tangenze, assimilazioni e contatti con l’antico. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Emanuele Castoldi, 2020 it_IT
dc.title «De gli antiqui le sante orme»: per una ricezione della cultura antiquaria nella grafica veneziana di Marcantonio Raimondi it_IT
dc.title.alternative «De gli antiqui le sante orme»: per una ricezione della cultura antiquaria nella grafica veneziana di Marcantonio Raimondi it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Storia delle arti e conservazione dei beni artistici it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali it_IT
dc.description.academicyear 2019-2020_Sessione autunnale it_IT
dc.rights.accessrights embargoedAccess it_IT
dc.thesis.matricno 856032 it_IT
dc.subject.miur L-ART/02 STORIA DELL'ARTE MODERNA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.provenance.upload Emanuele Castoldi (856032@stud.unive.it), 2020-10-14 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Giovanni Maria Fara (giovannimaria.fara@unive.it), 2020-10-19 it_IT


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