Abstract:
Nel corso degli ultimi anni ha acquisito sempre maggior rilievo il fenomeno dell’omesso o insufficiente versamento delle ritenute fiscali sui percettori di redditi di lavoro dipendente e assimilati. Nella prassi dei contratti di appalto non è insolito che si verifichino situazioni nelle quali, nel caso di assegnazione di appalti pubblici o privati a soggetti scarsamente patrimonializzati, gli stessi operino la sistematica omissione dei versamenti dovuti per le ritenute di lavoro dipendente o assimilato. A questi fenomeni di evasione fiscale si aggiungono spesso ulteriori problemi riguardanti la mera somministrazione di manodopera nei predetti appalti, che genera illeciti anche di natura contrattuale. Questo sistema illecito, da un lato, permette alle imprese appaltatrici che operano fraudolentemente di realizzare le proprie attività economiche a costi inferiori e maggiormente competitivi, portando a delle violazioni della disciplina a tutela del mercato concorrenziale; dall’altro lato, i committenti che si affidano a queste società hanno minori costi lavorativi da sostenere e una maggiore flessibilità nell’impiego della manodopera contrattuale. È evidente la criticità delle circostanze illustrate, legate principalmente ai contratti di appalto con prevalente utilizzo di manodopera ove il rischio di illiceità è maggiore rispetto ad altre tipologie di organizzazione imprenditoriale e di forme contrattuali collaborative. In questo complesso contesto economico e giuridico è intervenuto il Legislatore introducendo, all’articolo 4 del Decreto legge n. 124 del 26 ottobre 2019 – Decreto fiscale 2020 – successivamente convertito in legge n. 157/2019, una serie di stringenti adempimenti e un severo regime sanzionatorio in capo ai committenti per gli inadempimenti fiscali di appaltatori, subappaltatori, affidatari e altri soggetti che svolgono opere o servizi per conto di terzi. L’obiettivo dell’intervento normativo contenuto nel Decreto fiscale 2020, è quello di arginare il fenomeno dell’omesso versamento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente da parte delle imprese appaltatrici o affidatarie, responsabilizzando i committenti pubblici e privati sulla verifica di regolarità fiscale delle società della filiera. Per effetto delle nuove disposizioni i committenti, classificabili come sostituti di imposta residenti nel territorio nazionale, che affidano un’opera o un servizio di importo complessivo pari a 200 mila euro ad un’impresa tramite contratto di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali comunque denominati, svolti con il prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente e con l’utilizzo di beni ad esso strumentali, hanno l’obbligo di richiedere all’impresa appaltatrice o affidataria del contratto, obbligata a rilasciarla, copia delle deleghe di pagamento relative al versamento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente o assimilato, sospendendo il pagamento dei corrispettivi maturati dalla stessa nel caso in cui riscontrino delle inadempienze agli obblighi previsti dalla normativa. Queste misure innovative di controllo sulla regolarità fiscale rischiano tuttavia, di generare una serie di criticità sia in capo ai committenti, responsabilizzati di obblighi talvolta eccessivamente complessi per le proprie competenze, sia per le imprese appaltatrici e affidatarie, che saranno assoggettate a macchinosi e, tendenzialmente, onerosi passaggi burocratici di natura fiscale. Con l'introduzione dell'articolo 4, Decreto legge n. 124/2019, il settore degli appalti pubblici si trova dinnanzi ad una nuova fase transitoria, che modifica le dinamiche che regolano i rapporti tra i soggetti coinvolti lungo la filiera d'appalto.