Abstract:
Il presente studio si pone l’obiettivo di analizzare una costruzione ancora poco studiata nella lingua dei segni italiana (LIS): le costruzioni passive. Esse sono state ampiamente studiate nelle lingue vocali (tra gli altri, Shibatani 1985; Keenan e Dryer 2007). Tuttavia, stabilire se anche le lingue dei segni abbiano costruzioni passive o meno, è stato ed è tutt’ora un argomento controverso in letteratura, a causa della mancanza di un caso chiaro di morfologia passiva nelle lingue segniche. Gli studi finora condotti sul passivo nelle lingue dei segni mostrano che: (i) il segnante utilizza il role shift del paziente; (ii) con i verbi flessivi, l’agente è opzionalmente realizzato, e il punto dello spazio associato con esso è semanticamente vuoto, non referenziale; infine, (iii) si osserva una riduzione morfologica nei predicati con classificatore di afferramento. Il presente studio approfondisce e analizza dettagliatamente il mio precedente lavoro di tesi di laurea triennale (Vicenti, 2018), ponendosi come obiettivo cruciale di ricerca quello di verificare se le costruzioni elicitate, presenti anche nella recente grammatica descrittiva 'A Grammar of Italian Sign Language' siano costruzioni passive o impersonali. Al fine di cogliere la natura delle frasi elicitate, sono stati utilizzati compiti, giudizi di grammaticalità e test specifici basati su studi condotti in LSC, ASL, TİD presentati a tre segnanti LIS nativi. Il presente lavoro auspica a contribuire ad una maggiore comprensione delle costruzioni passive in LIS e in altre lingue dei segni.