Abstract:
Nel primo capitolo il focus viene posto su un’introduzione del concetto di femminismo, così come la sua applicazione nell’arte e nella fotografia, per poi analizzare i motivi del suo sviluppo e come esso veniva interpretato dalle artiste.
Viene sottolineata l’importanza dello sguardo femminile in un ambiente in cui la maggior parte delle volte lo sguardo maschile veniva preso come canone fisso da utilizzare e considerare, e viene evidenziato l’immenso apporto tematico portato dalle artiste nel mondo della fotografia e dell’arte.
Nel secondo capitolo vengono presi in analisi tre casi studio diversi per osservare sfaccettature delle tematiche femministe e del modo in cui esse si amalgamavano con l’arte.
Il primo esempio proposto è quello della fotografa Barbara Kruger, con la sua aderenza al femminismo più politica e aggressiva, fatta di fotografie con scritte e slogan provocatori sotto forma di cartelloni, il secondo caso studio preso in esame è quello di Cindy Sherman, che nelle sue fotografie analizza il tema del femminismo attraverso un’analisi sugli stereotipi dell'immagine, tutti interpretati da lei stessa. Infine l'ultimo caso studio presentato è quello di Verita Monselles, attiva in Italia, che si impegna in una critica dei valori dominanti che vedono la donna come oggetto passivo, rigirandola e trasformando gli uomini in fantocci e lasciando quindi la figura femminile come unica parte vitale della fotografia.
Infine il terzo capitolo si dedica a un approfondimento sulle Guerrilla girls, un gruppo di artiste attiviste formatosi inizialmente a New York, delle femministe anonime che vogliono combattere il sessismo e il razzismo nel mondo dell’arte e vogliono portare l’ineguaglianza di genere e razziale come focus nelle discussioni, esponendo discriminazioni e corruzione attraverso poster, libri, cartelloni pubblicitari e apparizioni pubbliche.