Abstract:
I lavoratori giapponesi sono nell’immaginario collettivo dei “super lavoratori”, in grado di lavorare in modo efficiente e proficuo per lunghe ore. Questi aspetti assai elogiati dal mondo Occidentale celano un grave problema della società giapponese. Il karōshi e il karōjisatsu, rispettivamente morte e suicidio per il troppo lavoro o per lo stress causato dal lavoro, sono la causa di migliaia di morti ogni anno. I primi casi vengono registrati negli anni Sessanta, ma con la Bolla Economica degli anni Ottanta il numero dei casi aumenta sensibilmente. È sempre negli anni Ottanta che la popolazione giapponese inizia a interessarsi al fenomeno ed è grazie ai mass media che il termine karōshi diventa di uso comune. Lo stato, dapprima refrattario a riconoscere nel karōshi un problema reale, ha rilasciato negli anni diverse linee guida per il riconoscimento dei casi di morte per il troppo lavoro. Prima vittoria per le famiglie delle vittime di karōshi è stata quella della signora Hiraoka che ottiene un risarcimento per la morte del marito, provocata da un infarto causato da una forte stanchezza fisica e mentale derivata dal lavoro eccessivo. Questa vittoria ha permesso un maggior riconoscimento dei casi legati a questo fenomeno, con un aumento dei risarcimenti. Con il nuovo millennio, sono partite molte campagne contro il karōshi e si spera che queste possano portare, insieme ad una maggiore attenzione da parte delle aziende, ad una diminuzione del numero dei morti.