Abstract:
Il presente lavoro ha l'obiettivo di indagare l'uso dei pronomi clitici accusativi e dativi di terza persona singolare in un gruppo di soggetti con sordità costituito da 12 partecipanti, aventi tra i 17 e i 37 anni, che possiedono caratteristiche differenti l’uno dall’altro (tipologia e grado di sordità, età di impianto o protesizzazione, livello di istruzione, uso della lingua dei segni…).
La sordità è una disabilità particolarmente invalidante poiché compromette la capacità d’uso dell’udito, essenziale per poter sviluppare il linguaggio. Per acquisire una lingua è, infatti, necessario ricevere dei feedback sia dall’ambiente in cui il bambino è inserito sia dalle produzioni che lui stesso realizza ed entrambe vengono meno nel caso di sordità. In queste circostante, risulta fondamentale una diagnosi precoce che consenta di intervenire quanto prima sia attraverso il ricorso a dispositivi (protesi o impianto) sia attraverso terapie logopediche, che non sempre danno i risultati sperati. Spesso alcuni aspetti della lingua rimangono deficitari e tra questi è possibile annoverare i clitici. Tali elementi linguistici, per le loro particolari caratteristiche fonologiche (si tratta di parole monosillabiche prive di accento, difficilmente percepibili tramite la lettura labiale) e morfosintattiche (sostituiscono il sintagma nominale con cui devono concordare nel genere e nel numero, sono soggetti a movimento in quanto ricorrono in una posizione diversa rispetto al SN corrispondente, ecc...), sono presenti di rado nel repertorio linguistico dei soggetti con sordità.
La valutazione, all’interno del presente studio, verrà fatta attraverso l’uso di tre diversi test: due test di elicitazione (uno sui clitici accusativi, l'altro sui clitici dativi) e un test di produzione spontanea ("Frog, where are you?"), che consente di verificare se i soggetti ricorrono o meno all'uso dei clitici in maniera autonoma senza che nulla li richiami necessariamente. Nel dettaglio, verrà effettuato un confronto tra i risultati ottenuti dal gruppo sperimentale e quelli ottenuti da un gruppo di controllo costituito da 35 soggetti appartenenti alla stessa fascia d’età, allo scopo di analizzare se e in che misura differisce il comportamento tra un gruppo e l’altro.
Per concludere, la scelta dell’età dei partecipanti è stata dettata dal fatto che, nella gran parte delle ricerche, si è soliti testare soggetti molto piccoli, principalmente nell’età evolutiva, con poco interesse nei confronti delle fasce d’età più alte, oggetto di studio in questo lavoro.