Abstract:
Lo sviluppo degli studi del rapporto tra mass media e religioni ha portato alla luce degli spunti interessanti e ha confutato teorie che sono rimaste solide per un lungo periodo nel mondo accademico. Una di queste, ad esempio, riguardava l’apparente incomunicabilità tra i due mondi, considerati ai poli opposti: le religioni come pilastri antichi che sorreggono la società da secoli e che danno conforto alle persone grazie alla struttura ideologica stabile sulla quale si sono sviluppate e i mass media come la voce del cambiamento, della innovazione e della modernità. Con l’avvento dei nuovi movimenti religiosi avvenuto nei decenni passati e la sfida che hanno posto alle grandi istituzioni con le loro teorie innovative e i concetti legati alla New Age, il mondo accademico si è accorto che, per ottenere maggior seguito, questi gruppi spesso usufruivano dei mass media. In Giappone, in particolare, grazie alla peculiare situazione religiosa è stata condotta un’estesa ricerca grazie all’avvento dei nuovi nuovi movimenti religiosi, chiamati shin shūkyō 新宗教. Le tematiche principali, quindi, derivano dall’analisi dei singoli movimenti, delle loro ideologie e della loro capacità di usare i mezzi di comunicazione per ottenere visibilità e seguito, osservando quale tipo di mass media preferivano, in che modo ci si rapportavano, i limiti che ponevano, il motivo per il quale decidevano di usarlo e lo scopo da raggiungere.
Restringendo progressivamente l’area geografica, l’arcipelago delle Ryūkyū è tuttora soggetto di un’intensa campagna mediatica: le isole tropicali dalle acque cristalline, la sabbia candida, la grande varietà di fauna e flora esotica, i villaggi tipici di Okinawa sono diventate le immagini più frequenti proposte dal turismo del luogo. Non tutti i visitatori odierni, però, sono alla ricerca della sola atmosfera tropicale dell’isola ma anche di quella spirituale. Da quando il luogo Sēfa utaki è entrato nel 2000 a far parte dei beni immateriali dell’UNESCO è diventato uno delle attrattive turistiche principali. Ricco di storia dell’antica civiltà del regno delle Ryūkyū e luogo cerimoniale per eccellenza in cui si nominava la sacerdotessa reale, il governo locale e quello centrale di Tōkyō hanno lanciato un’intensa campagna mediatica. In concomitanza con il diffondersi dell’espressione pawāsupotto (power spot) e dell’incentivazione del turismo religioso, Sēfa utaki è diventato il posto in cui percepire la vibrante energia spirituale dell’arcipelago. Inoltre, gli sciamani locali, tra cui le yuta, per sfruttare al meglio l’opportunità di un mercato turistico sempre vivace, sono diventati una meta turistica a loro volta grazie ai numerosi blog su internet, alle recensioni dei clienti e alle interviste rilasciate sui principali canali di informazione.
Lo scopo di questo elaborato è analizzare la situazione attuale a Okinawa usando fonti accademiche ma anche social networks e internet. Partendo con una generale introduzione sul rapporto tra mass media e religioni, nel secondo capitolo ci si concentrerà soprattutto sulla condizione sociale di Okinawa, sulla storia delle sacerdotesse e delle sciamane dalla fondazione del regno delle Ryūkyū fino al giorno d’oggi. La terza parte tratterà l’argomento delle sacerdotesse e di Sēfa utaki, sulle difficoltà alle quali le noro stanno andando incontro, alla preservazione della loro memoria e alla pubblicizzazione del turismo di massa che sta comportando conseguenze negative. Il quarto capitolo verterà invece sulle sciamane, osservando una situazione totalmente opposta di una categoria religiosa in piena attività e che si avvale anche dei mass media personalmente per la propria sopravvivenza.