Abstract:
Il seguente elaborato ha l’obiettivo di trattare il tema del reddito di cittadinanza, ovvero di un istituto ritornato in auge negli ultimi anni a causa delle problematiche sorte sia in relazione ai fenomeni di impoverimento derivanti dalla crisi economica, sia dalle trasformazioni economico/sociali in atto che mettono a dura prova i sistemi di protezione sociale di molti Stati.
Il reddito di cittadinanza, seppur da lungo tempo oggetto di discussione in dottrina, può rivelarsi nel concreto una misura formidabile di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.
Si vedrà successivamente attraverso l’elaborato come il tema in questione si ritrovi in quasi tutti i sistemi politici europei, sotto forma di sostegno economico in favore dei cittadini più bisognosi.
Il reddito di cittadinanza sarà osservato dapprima come concetto generale, attraverso la definizione delle varie locuzioni che sempre più spesso sono utilizzate erroneamente come sinonimi. Verranno poi brevemente osservate le caratteristiche che distinguono il reddito di cittadinanza dal reddito minimo, premesso che il dibattito secolare che contrappone l’uno all’altro sarebbe troppo complesso da trattare in questa sede.
Si osserverà poi come tutti i Paesi UE hanno implementato nei loro sistemi di welfare degli istituti più ‘universali’ e meno categoriali, ad esclusione dell’Italia che solamente negli ultimi anni è riuscita a riordinare il proprio welfare assistenziale, da tempo troppo frammentato.
Si proverà a spiegare il motivo per il quale in Italia non è mai stato istituito un reddito minimo, e soprattutto il motivo per il quale nel dibattito italiano non è mai stata sostenuta con forza l’idea di implementare un regime di welfare unitario, meno legato alle componenti assicurative/previdenziali e al reinserimento lavorativo, ma con caratteri più ‘universali’ in grado di contrastare la povertà e l’esclusione sociale.
Il reddito di un individuo dovrebbe essere ancorato al lavoro? O è giusto garantirlo a chi ne ha urgente necessità a prescindere dalla prestazione lavorativa? Si cercherà di valutare ed esprimere brevemente i concetti previsti dalla Costituzione sul tema, al fine di fare chiarezza.
L’excursus nel quale verranno analizzate le misure di inclusione sociale e sostegno al reddito in Italia, approvate dai vari governi e dal Parlamento negli ultimi anni, anticiperà quello che è il tema cardine dell’elaborato: la trattazione del reddito di cittadinanza quale misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, approvata nel 2019 dal Governo Conte I°, su proposta del Movimento 5 Stelle.
Si individueranno i beneficiari, i requisiti ‘passivi’ per accedere alla misura, i requisiti ‘selettivi’ economico/patrimoniali, il corposo apparato sanzionatorio, il regime di condizionalità che riguarda il patto per il lavoro e il patto per l’inclusione sociale, e le risorse necessarie per far fronte al finanziamento del RdC.
Si sottoporranno a un’attenta valutazione, grazie ai dati forniti recentemente dall’INPS, i risultati reali raggiunti nel primo anno da questo istituto, al fine di capirne i pregi e difetti in termini applicativi.
Nei vari capitoli troveranno implicitamente risposta diverse domande (con argomentazioni ed eventuali obiezioni):
- Questo istituto aumenta il grado di autonomia e libertà degli individui? Rafforza il potere contrattuale dei lavoratori? O è una forma di disincentivo al lavoro e di clientelismo assistenziale?
- Si può verificare la trappola della povertà nella quale potrebbero finire migliaia di cittadini? Quali sono le misure utilizzate per evitarla?
- Il reddito di cittadinanza funziona realmente? Quanti ne hanno beneficiato? Quanti sono stati reinseriti nel mercato del lavoro?