Abstract:
Con l’entrata in vigore del Codice della Crisi e dell’insolvenza il legislatore è intervenuto, oltre che per riformare alcuni aspetti della disciplina fallimentare e dell’organizzazione societaria, anche sulla quantificazione del danno imputabile agli amministratori a seguito della mancata gestione conservativa del patrimonio al verificarsi di una causa di scioglimento della società. L’introduzione del terzo comma dell’art. 2486 c.c. identifica due metodi per la stima del danno: il metodo dei netti patrimoniali, identificato come il metodo principale, e il metodo differenziale. Il presente elaborato, dopo aver evidenziato le caratteristiche e le principali criticità dei modelli appena citati, vuole proporre un’alternativa per la quantificazione del danno basata sul calcolo del valore aziendale da applicarsi a quelle aziende sottoposte a procedure concorsuali in continuità. Dopo un’introduzione sui principali argomenti e l’esposizione del nuovo modello, ne viene data una soluzione applicativa di cui si evidenziano i vantaggi e le possibili criticità.