Abstract:
L’innovazione tecnologica ha rivoluzionato il modo di fare impresa e contribuito allo sviluppo di nuovi modelli di business che consentono alle aziende di operare in diversi Paesi anche in assenza di una stabile organizzazione. In tal modo le aziende riescono a ridurre, o eliminare, l’imposizione fiscale.
Già a partire dal 1998 si è, quindi, manifestata l’esigenza di superare tale criterio per frenare l’elusione fiscale da parte delle multinazionali dell’economia digitale.
Partendo dall’analisi del concetto di stabile organizzazione, l’elaborato analizza le proposte di revisione e superamento dello stesso. In particolare, in ambito internazionale, vengono analizzati il concetto di “stabile organizzazione virtuale” e le proposte dell’OCSE e della Commissione Europea per la tassazione di società estere basate sul concetto di “presenza economica significativa”.
In ambito domestico, tra le riforme che modificano il concetto di stabile organizzazione vengono illustrate l’Israeliana Significant Digital Presence, la Virtual Service Permanent Establishment in Arabia Saudita e l’Equalization Levy e Significant Economic Presence Indiana.
Vengono inoltre analizzate le riforme introdotte dai singoli Stati che, senza modificare il concetto tradizionale di stabile organizzazione, hanno comunque finalità antielusive. Tra queste la Diverted Profits Tax del Regno Unito, la Diverted Profits Tax e Multinational Anti-Avoidance Law Australiana e, in ambito nazionale, l’art. 162 del TUIR.