Abstract:
I minori stranieri non accompagnati sono bambini, ragazzi, per lo più in età adolescenziale che intraprendono un percorso migratorio dal loro Paese di origine verso un nuovo Paese per diversificati motivi familiari, culturali, sociali, economici. Sono minori, ma in particolar modo sono “non accompagnati”, in quanto partono da soli, senza genitori o figure adulte che li proteggano e li accompagnino in questo lungo e tortuoso viaggio. Il loro percorso il più delle volte è segnato da sofferenza, solitudine, violenza, paura, fame, sete; ma che nonostante le numerose difficoltà che incontrano lungo il viaggio, rimangono ancorati alle loro speranze: essere accolti in un nuovo Paese, realizzare i proprio sogni, trovare un lavoro, aiutare le proprie famiglie nel Paese di origine, realizzarsi come persone adulte o creare una propria famiglia.
Sulla base di questo i minori stranieri non accompagnati, che arrivano in Italia, devono essere adeguatamente accolti e tutelati. L’accoglienza non po' tuttavia essere utopica e astratta, ma si concretizza solo nel momento in cui il minore viene riconosciuto regolarmente nel territorio nazionale e vengono predisposti per lui percorsi graduali di accompagnamento e di inserimento nel tessuto sociale. Al minore devono essere riconosciuti i diritti fondamentali, previsti dalla normativa nazionale, europea, internazionale, attraverso l’inserimento in adeguate strutture di accoglienza, la nomina di un tutore, la regolarizzazione del suo status giuridico, l’iscrizione scolastica …
Il sistema di accoglienza, tuttavia, si è presentato nel tempo frammentario, inadeguato, carente sotto più punti di vista, tanto da non garantire il pieno godimento dei diritti fondamentali del minore, arrivando, talvolta, a non garantirgli neppure il soddisfacimento dei bisogni essenziali. Questo aggrava la condizione del minore, il quale si trova a vivere in una situazione ancor più difficile, privo di strumenti e competenze per muoversi autonomamente entro il nuovo contesto.
I percorsi di accompagnamento e di integrazione devono prevedere una loro continuità anche una volta che il minore abbia raggiunto la maggiore età, in quanto i neomaggiorenni sono ritenuti persone adulte e per questo motivo meno tutelabili, ma non sempre questo coincide con la realtà, in quanto non sono riusciti, nel breve periodo che intercorre dalla partenza all’arrivo nel nuovo Paese, a crearsi una propria autonomia e indipendenza. La transizione alla maggiore età dovrebbe, quindi, essere adeguatamente sostenuta per fare in modo che i giovani migranti riescano a crearsi un proprio ruolo sociale nel nuovo contesto, attraverso l’inserimento lavorativo, abitativo e sociale all’interno della comunità.
Diversi sono i progetti sviluppatisi sul territorio nazionale che si muovono verso questa direzione, grazie ad una collaborazione e ad un lavoro integrato tra i diversi attori formali e informali che ruotano attorno al ragazzo, quali scuola, associazioni, cooperative, tribunale, servizio sociale. Uno di questi, finanziato dall’iniziativa Never Alone, è il Progetto “SAAMA”, in continuità con il Progetto “Ragazzi Harraga”, pensato e realizzato da un solido partenariato, con lo scopo, da una parte di sensibilizzare e attivare la comunità educante del territorio; dall’altra di creare percorsi individualizzati rivolti ai minori e neomaggiorenni stranieri presenti a Palermo.
L’immigrazione, tuttavia, non dovrebbe essere considerata un’emergenza da arginare e controllare temporaneamente, ma un processo strutturale e continuo che dovrebbe essere valorizzato all'interno del Paese di arrivo, tanto da essere considerato un percorso spontaneo, rivalutando il concetto di cittadinanza, considerando gli immigrati come un “noi”, non “altri”, come parte della società.