Abstract:
La percezione del femminicidio e della violenza di genere viene plasmata dai metodi discorsivi del giornalismo e dal potere dei mass-media. L’obiettivo della presente ricerca è quello di analizzare la rappresentazione del femminicidio nelle narrazioni giornalistiche italiane, al fine di dimostrare che troppo spesso la stampa veicola messaggi profondamenti sessisti e stereotipati a discapito delle donne.
L’elaborato è volto all’analisi dell’evoluzione della condizione muliebre nel corso della storia, focalizzando l’attenzione sul ruolo centrale dei movimenti femministi. Inoltre, attraverso uno sguardo costante sulla società contemporanea, vi è la volontà di mettere in luce la responsabilità delle istituzioni e della stampa nell’edificazione di una reale parità tra i sessi, sostenendo che il femminicidio non dev’essere considerato un crimine ordinario, bensì un fenomeno strutturale, sociale e politico. Tale tesi contiene la raccolta e l’analisi di articoli di tre ampiamente diffuse testate giornalistiche nazionali («Corriere della Sera», «la Repubblica» e «Il Giornale») e l’intervallo di tempo preso in considerazione è quello coincidente con la proposta del ddl n. 735 (meglio conosciuto come ddl Pillon) e il conseguente dibattito in merito (2018/2019).