Abstract:
Blaise Pascal, uomo di scienza, filosofo, teologo, asceta, fu una personalità tra le più influenti e suggestive nella Francia del suo tempo. Nato nel secolo della rivoluzione scientifica, grazie al suo genio inventò la prima calcolatrice meccanica, venne a capo di insolubili problemi di geometria, gettò le basi teoriche del calcolo delle probabilità, dimostrò l'esistenza del vuoto fisico e della pressione atmosferica; eppur tutte queste opere del suo ingegno non furono mai in lui motivo di vanto. Egli non teneva in grande considerazione la gloria, non amava essere lodato, poiché ambiva a un'altra e più elevata glorificazione, quella celeste. Quando approfondì la propria conoscenza della religione cristiana ne divenne entusiasta e, sebbene trascorse dei periodi della sua vita frequentando la corte e i circoli mondani, tali esperienze non lo allontanarono mai del tutto da Dio, ma anzi ne uscì nauseato e disposto ad amare ancora di più il Vangelo e i suoi insegnamenti. Questo studio vuole costituire un parallelo tra la vita di Pascal e i suoi scritti, al fine di esporre sì il suo pensiero filosofico e teologico sulla gloria, ma anche di cogliere il suo sentire più intimo, per cui non rifiutò di abbassarsi davanti a Cristo sino a divenire come un bambino, per raggiungere quella serenità di un animo accarezzato dalla grazia che è figura e antifona della gloria eterna.