Abstract:
Nell'ambito dei Servizi pubblici, i professionisti sociali e sanitari si interfacciano quotidianamente con i bisogni, le esigenze, le difficoltà, le complessità, ma anche con le risorse e le potenzialità delle comunità con cui operano. Dal loro osservatorio, essi incrociano ed assistono ai cambiamenti socio-demografici, politici ed economici in atto nelle società e negli Stati, e sono chiamati a rendere operativo il sistema di welfare che lo Stato nazione definisce in un determinato momento storico, traducendolo in azioni a favore della collettività o dei singoli individui che ne facciano richiesta. Nelle ultime decadi fenomeni quali la globalizzazione e le politiche neoliberali hanno portato a trasformazioni più rapide e pervasive che in passato, e gli operatori dei Servizi pubblici hanno dovuto affrontare i cambiamenti rivedendo e aggiornando le pratiche professionali; uno di questi cambiamenti riguarda l'approccio alle persone straniere o appartenenti a minoranze culturali, che portano una molteplicità di visioni, prospettive, punti di vista con cui gli operatori devono inevitabilmente interagire. Ma gli operatori dei Servizi socio-sanitari sono preparati ad affrontare questa nuova realtà? E quali sono le pratiche che mettono in atto nel gestire quotidianamente la relazione con un'"alterità" portatrice - in genere - di grandi complessità? Questa tesi ha affrontato tali interrogativi attraverso un'analisi delle pratiche professionali in atto presso i Servizi sociali e socio-sanitari pubblici della città di Udine, effettuando interviste in Focus Group agli operatori e individualmente ad alcune persone immigrate o di minoranza culturale; i risultati della ricerca sono stati successivamente confrontati con uno specifico modello di "approccio interculturale", che ha fornito un possibile percorso nell'affrontare la complessità degli attuali fruitori dei Servizi.