Abstract:
L'obiettivo principale di questa tesi è quello di fornire una panoramica generale sullo statuto attuale dell’audiodescrizione (AD), il servizio che rende accessibili contenuti alle persone con disabilità visiva (ipovedenti e non vedenti) in una vasta gamma di attività e, al contempo, evidenziare vantaggi e svantaggi di due metodi di creazione dell’AD in ambito museale: il primo è il metodo standard, con testi creati ex novo in italiano, il secondo è il metodo che utilizza la traduzione degli script originali, in questo caso dal cinese all'italiano.
Quest’ultimo rappresenta una valida alternativa solo se si attua la localizzazione del testo tradotto per il pubblico target e, ad oggi, non avviene nei musei che offrono tale servizio per i non vedenti di altre nazionalità. È più efficace, richiede meno tempo e, in un ambiente non professionale può essere uno strumento utile per favorire l'acquisizione di competenze in lingua straniera. Il lavoro è strutturato in quattro capitoli.
Il primo capitolo contiene una prima parte puramente teorica, in cui si indaga la possibile origine dell’AD che, da pratica informale e non professionale, si è sviluppata diventando a pieno titolo una giovane disciplina accademica; oggi è etichettata come particolare tipologia di traduzione intersemiotica nel campo più ampio della Traduzione Audiovisiva (TAV). La sezione successiva è dedicata agli aspetti procedurali: sulla base delle diverse guidelines esistenti, vengono stilate delle regole standard valide per ogni tipologia di prodotto da audiodescrivere (film, opere teatrali, eventi sportivi, mostre museali ecc…) e a prescindere dal canale di trasmissione (registrato o live). Per avere un quadro generale della situazione attuale dell'AD, inteso come servizio che garantisce diritti di accessibilità alle persone con disabilità visiva, vengono illustrate le regolamentazioni a livello europeo e internazionale, con un occhio attento per la situazione in Cina, nonché alla definizione di cecità in tutte le sue varianti.
Il secondo capitolo è dedicato interamente all’ AD in ambito museale, mostrando come esso sia uno strumento di accessibilità sempre più valido ed efficace a seguito delle trasformazioni che hanno interessato i musei; si prende in esame anche il concetto di mental imagery, il modo in cui viene creata l'idea mentale nelle persone cieche o ipovedenti attraverso le sole parole e la loro percezione del colore. In seguito, si presenta una mini-guida di dieci principi per la creazione di AD museali e il ruolo complesso del traduttore/descrittore in questo contesto.
Il terzo e il quarto capitolo sono riservati alle proposte di audiodescrizione di opere selezionate dal National Palace Museum di Taipei e dal Hong Kong Museum of Art di Hong Kong, corredate dall'analisi e dal commento di entrambe le metodologie utilizzate.