Abstract:
La tesi si pone l’obiettivo di illustrare il viaggio di ricerca personale di una donna. Per affrontare questa tematica, si utilizza l’opera dell’autrice catalana Esther Tusquets El mismo mar de todos los veranos, publicata nel 1978.
La storia è ambientata a Barcellona durante gli anni Settanta e descrive la breve relazione amorosa/sessuale di una professoressa universitaria e una giovane studentessa colombiana, Clara. La narratrice, di cui non si conoscerà mai il nome, è una donna di classe medio borghese in preda ad una crisi matrimoniale e personale molto profonda. Durante i suoi incontri con Clara, inizia a riportare a galla tutti i ricordi della sua vita, dall’infanzia alla carriera universitaria. Emergono alcuni traumi della sua vita, come ad esempio il difficile rapporto con la madre, il matrimonio insoddisfacente con un registra di cinema, che la spingono a cercare rifugio in una attraente e accogliente relazione omosessuale.
L’opera, però, termina con il ricongiungimento della protagonista con il marito e il distacco doloroso e traumatico con l’amante Clara.
In primo luogo, la tesi, partendo dalla presentazione del contesto storico in cui viene scritta l’opera, analizzerà alcuni fattori sociali come i risvolti della Transición, il rifiuto sociale dell’omosessualità, la condizione della donna nell’ambito familiare e nel contesto di coppia.
In secondo luogo, entrando nel merito dell’opera si analizzano alcuni risvolti psicologici della narratrice tra cui il rapporto conflittuale con la madre e le successive ripercussioni di questo, il tentaivo di autoaffermazione e la ricerca di una propria identità evadendo dalla mentalità fallocentrica dell’epoca e l’inesorabile fallimeto del tentativo della protagonista.
In terzo luogo, si analizzeranno gli elementi rilevanti della sessualità per confrontare la relazione sessuale all’interno del matrimonio e l’atto sessuale tra professoressa e alunna con lo scopo del puro “goce femenino”.
In terzo luogo si approfondisce la sintassi labirintica dell’autrice che utilizza su larga scala il campo semantico del mare per descrivere i corpi, l’incontro di essi e l’erotismo femminile in generale.
Finalmente si affronta la questione della scrittura femminile ponendo in analisi la domanda “Esiste un linguaggio femminile?” e quindi si approfondisce il concetto di “femminile” e più in generale il concetto sociale di “genere”.
Encontrarse para perderse è il binomio riassuntivo delle azioni che svolge la protagonista dell’opera che, persa nella suo quotidianità, decide di allontanarsi per ritrovarsi. Una volta però che avrà ritrovato se stessa non riuscirà ad agire per restare coerente con la sua identità e tornerà a perdersi.