Abstract:
L'Ottocento costituì per Ravenna un momento di profonda trasformazione, scandito da due fondamentali eventi politici, il Congresso di Vienna, a seguito del quale la città rientrò a far parte dei territori dello Stato della Chiesa dopo il ventennio di dominazione napoleonica, e l'Unità d'Italia.
In questo periodo, Ravenna, considerata già dal secolo precedente una città morta, poco visitata, priva di un'economia e di un'industria fiorenti, niente più che una città di second'ordine, cercò faticosamente di giocare un nuovo ruolo all'interno del suo contesto territoriale, attraverso la fondazione e la valorizzazione di una nuova identità basata sul suo antico passato di Capitale, materializzato nei suoi monumenti di V e VI secolo.
Tale processo si configura come il frutto di un dialogo locale, nazionale ed internazionale, che aveva portato all'elaborazione di diverse interpretazioni della città e delle sue memorie e che si esplicitò in azioni materiali sui monumenti antichi, finalizzate all'allineamento della città reale con quella del mito.
Il presente studio si propone dunque di ricostruire questo dialogo e costituisce la prima parte di un più ampio progetto realizzato in collaborazione con la Dott.ssa Annalisa Moraschi, che estenderà l'analisi della percezione e della trasformazione della città e dei suoi monumenti fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.