Abstract:
La tesi è uno studio dei papiri dell'Amduat del Museo Egizio di Torino. Ai fini della ricerca sono stati presi in considerazione diciotto manoscritti di cui quattro sono esposti nella collezione permanente, due nelle mostre temporanee (Archeologia Invisibile a Torino e Queens of Egypt al Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City) e i rimanenti dodici sono conservati nella Papiroteca del palazzo dell’Accademia delle Scienze. L'Amduat è una trattazione cosmografica che descrive la realtà oltremondana per come fu percepita dagli egizi durante il Nuovo Regno (1539 - 1077 a.C. ca.) ed è attestato fin dai tempi di Hatshepsut (ca. 1470 a.C.). Durante la XVIII dinastia venne utilizzato per decorare le pareti delle camere del sarcofago degli ipogei regali nella Valle dei Re e rimase nel palinsesto decorativo della necropoli fino al termine dell’epoca ramesside. Con l’avvento della XXI dinastia e l’insorgere del sacerdozio di Amon nella Tebaide, l’Amduat fu copiato su due differenti supporti scrittori, i papiri e i sarcofagi, e venne espropriato della sua esclusiva regale. Le ultime attestazioni risalgono alle sepolture del Periodo Tardo (722 – 322 a.C.) ed ai sarcofagi di età tolemaica (305 – 44 a.C.). Per quanto riguarda le redazioni papiracee, esse furono prodotte dalle botteghe tebane fra la XXI e l’inizio della XXII dinastia (1070 – 890 a.C.). L’obiettivo della ricerca è un’analisi dei contenuti dei manoscritti della collezione torinese tramite lo studio delle scelte formali operate degli scribi, delle differenze rispetto gli archetipi regali, dei segni di personalizzazione e delle sperimentazioni grafiche.