Abstract:
Il Giappone è globalmente considerato come un modello di prosperità, modernità e come un “esempio di capitalismo di successo”. Anche due decenni dopo lo scoppio della “bolla economica”, il Giappone risulta essere il terzo paese economicamente più forte al mondo. Grazie alla realizzazione di progressi significativi nell’ultima metà del secolo scorso, le principali città del Giappone hanno registrato un rapido sviluppo, una crescita inimmaginabile e un’impressionante innovazione tecnologica. Come dimostrato dal coefficiente di Gini dello 0,34 , la società gode generalmente di elevati standard di vita e di un alto comfort personale. Tuttavia, il Giappone è anche uno dei paesi dell’OCSE con il più alto livello di povertà (circa il 15,7%) ed è afflitto dal fenomeno dell’homelessness.
Da un punto di vista sociale, i senzatetto risultano essere una delle principali preoccupazioni. L’articolo 25 della costituzione giapponese cita: “Tutte le persone avranno il diritto ad un decoroso livello di vita, salutare e colta. In tutti gli ambiti della vita, lo Stato dovrà impegnarsi per promuovere ed estendere il benessere sociale, la sicurezza e la salute pubblica”. In questo caso, la questione dei senzatetto acquisisce molta importanza e significato. Uno stato non trova il successo attraverso l’isolamento e l’ignoranza dei problemi che affliggono la società: esso deve invece riconoscerli e cercare di migliorare i loro bisogni. La notevole crescita di questo fenomeno, avvenuta principalmente durante il decennio perduto del periodo Heisei, ha dunque fatto nascere una diffusa preoccupazione tra i cittadini privati, i politici e i sociologi, portando ad un aumento degli studi e delle ricerche riguardanti il fenomeno dei senzatetto, e delle misure già messe in atto in altre economie avanzate per poter arginare il problema.
Una caratteristica che si evince dai sondaggi effettuati dal Governo stesso sull’homelessness in Giappone è il forte squilibrio tra il numero dei senzatetto di sesso femminile e quello dei senzatetto di sesso maschile. Il 98,5%, infatti, è costituito da uomini di mezza età e operai. Secondo i dati e gli studi messi a disposizione dall’OCSE, a livello globale il fenomeno homelessness colpisce principalmente gli uomini single, ma nessuno stato ha una discrepanza di genere simile a quella del Giappone. Uno studio condotto negli Stati Uniti indica come gli uomini normalmente non cercano assistenza per difficoltà fisiche o psicologiche e che questo loro comportamento si ripete anche tra i senzatetto. Ciò può essere, in parte, dovuto al concetto di mascolinità e ai ruoli di genere che influenzano consciamente e inconsciamente gli uomini americani. Agli uomini viene infatti insegnato di essere autosufficienti e di risolvere i problemi da soli piuttosto che sopportare la vergogna percepita nel dover chiedere aiuto. Seguendo il ragionamento portato avanti da questo studio si può ipotizzare che i senzatetto in Giappone siano per la maggior parte di sesso maschile a causa di un’ideologia di genere insita nella loro cultura.
Per poter confermare questa teoria questa tesi si concentrerà in primo luogo sul welfare system (rete di sostegno per chi viene considerato “non autosufficiente”), l’ideologia di genere dominante (la quale, come verrà dimostrato più avanti, influenza la vita di tutti i giorni, la politica e il welfare stesso) e le manovre politiche attuate in merito.