Abstract:
"La forza incomparabile della dottrina pascaliana è di avere conosciuto l'uomo, l'enigma della sua natura e la soluzione dell'enigma. Ma la presa incomparabile di Pascal sulle anime risiede in ciò, che avendo conosciuto gli uomini, li ha amati, è andato presso di loro, si è rivolto al loro cuore con il suo cuore di uomo". Jacques Chevalier ci restituisce in queste poche righe tutta l'urgenza che anima il pensiero di Blaise Pascal. In quest'ultimo è infatti strettamente intrecciata la trama tra piano biografico, autobiografico e filosofico. Il problema, che coinvolge prima ancora l'homme Pascal, è quello dell'homme de la rue. A questi non è dato di "avanzare sempre" ma di dibattersi tra i suoi "andirivieni", di essere un "capovolgimento continuo dal pro al contro", un'assoluta contraddizione, una "cifra a doppio senso", qualche cosa e tutto, un punto compreso e inghiottito, mediante lo spazio, dall'universo in cui si ripiega e si avvolge. In una parola, l'uomo è un miscuglio paradossale di misère e grandeur, che proprio a motivo della sua mutevolezza necessita di costruire, fondare, abitare. Non gli basta una tenda: ha bisogno di un basamento solido. Allora egli opera un salto, la scelta della religion chrétienne in cui coraggiosamente scommette e che gli consente di ritrovare e vivere la propria autenticità. Conoscere la propria miseria, di cui Dio è Riparatore, significa ben conoscere Dio conoscendo le proprie iniquità. Ecco il grandioso contributo delle Pensées all'antropologia e alla teologia che l'elaborato si propone di ricostruire.