Abstract:
La Shoah rappresenta lo spartiacque fondamentale della nostra epoca, dopo cui non si può più pensare il mondo come prima. L’ordine del cosmo, il significato delle cose e la natura stessa dell’uomo sono passati anch'essi attraverso questa terribile esperienza, nella quale la domanda sull'assenza o sulla presenza di Dio ha assunto un peso decisivo. Ad Auschwitz, come scrive Paolo de Benedetti, "il volto di Dio diviene tutto ciò di cui abbiamo sete e fame". Attraverso le riflessioni di alcuni preziosi testimoni della Shoah, questo lavoro cerca di mettere in luce l'ambivalenza del rapporto tra l'uomo e il divino, il silenzio della Trascendenza ma anche la sua voce, il senso di abbandono provato verso un Dio ‘che non si vede’ come pure il continuo tentativo di ritrovarlo nel proprio mondo interiore.