Abstract:
Il biotopo Palù di Livenza, in provincia di Pordenone, rappresenta una delle zone di risorgive più importanti del Friuli Venezia Giulia poiché mantiene un buon grado di naturalità nonostante le molte attività antropiche che hanno caratterizzato quest’area fin dal Neolitico. Riconosciuto ufficialmente nel 2017 dalla Regione Friuli Venezia Giulia tramite D.P.G.R. n° 0228/Pres. del 29 dicembre 2017 come biotopo, ovvero area di limitata estensione territoriale caratterizzata da emergenze naturalistiche di grande interesse che corre il rischio di essere distrutta e scomparire, rappresenta per diverse specie di uccelli e mammiferi una zona di rifugio, alimentazione e riproduzione; le sue caratteristiche hanno inoltre permesso inoltre l’instaurarsi di una ricca e diversificata popolazione di anfibi, di cui molte specie riportate negli allegati II e IV della Direttiva Habitat (92/43/CE), che trova nell’area luoghi idonei alla riproduzione. Sfruttato in passato per scopi agricoli grazie al continuo afflusso di acqua di sorgente e modificato dal punto di vista idraulico e morfologico con la creazione di un sistema di marcite orientate allo sfalcio per l’ottenimento di foraggio, questo complesso di zone umide versa oggi in uno stato di degrado, dovuto al quasi totale abbandono degli usi antropici. Ciò ha permesso l’instaurarsi di successioni secondarie nei coltivi abbandonati, un’espansione non controllata della superficie boschiva soprattutto nelle zone centrali e l’attecchimento di numerose specie vegetali alloctone, alcune delle quali invasive. Oltre alle problematiche generate dall’abbandono del sito, il biotopo è attraversato dalla strada provinciale SP29, conosciuta come “pedemontana occidentale”, un’infrastruttura che collega tutti i comuni pedemontani da Caneva a Montereale-Valcellina, che divide il biotopo in due zone riducendone la connettività oltre a causare la morte di molti anfibi durante la migrazione riproduttiva.
Tramite rilievi sul campo di tipo floristico e faunistico, ricerche storiche per ricostruire l’evoluzione dell’area, interviste a funzionari pubblici e a professionisti, è stato possibile costruire un quadro completo del biotopo nonché stilare un insieme di linee guida per la corretta gestione dell’area protetta, formulando sia interventi di ripristino ecologico che proposte per la futura fruizione del sito.