Abstract:
Oggi l’industria videoludica è un gigante multimiliardario che ha superato le vendite di quella musicale e cinematografica. Gli studi sono divisi: una parte sostiene che il videogioco debba essere riconosciuto come una forma artistica: dai primi anni del XXI secolo i videogiochi sono stati protagonisti di mostre di alcuni grandi musei, soprattutto negli Stati Uniti come Il MoMA. Ancora nel 2006 Miyamoto Shigeru, papà di Super Mario, è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettre della Repubblica Francese.
Molti prendono le distanze: il creatore di videogiochi Kojima Hideo sostiene che i videogiochi contengano lavori d’arte ma abbiano una natura intrinsecamente di massa che renderebbe la creazione di videogiochi un servizio, contrapposto ad interessi “di nicchia” dell’arte. Questi dibattiti trovano solitamente un terreno comune nel riconoscere quali siano le componenti recanti significati artistici nel medium videoludico, cioè la narrativa, la musica e l’arte grafica.
Obiettivo di questa ricerca non è discutere la natura artistica del videogioco; verrà analizzata la musica dei videogiochi, con riferimento alle altre due componenti artistiche cercando di spiegare come queste abbiano trovato il loro spazio all’interno del videogioco.
L’analisi verterà sull’industria giapponese. Le motivazioni dietro questa scelta comunque sono svariate; in questo paese che il medium assunse molte delle sue attuali caratteristiche. Negli ultimi decenni del XX secolo il Giappone si impose sul mercato come uno dei Paesi più tecnologicamente avanzati e sviluppò rapidamente la più grande industria videoludica esistente. In particolare, i videogiochi realizzati in Giappone sono stati inoltre tra i primi a portare degli elementi di natura culturale all’interno della storia dei giochi stessi, a contribuire al successo di alcuni generi e – principale interesse di questa tesi – ad arricchire l’estetica e l’elemento musicale all’interno dei giochi. Alcune aziende condizionarono questo sviluppo del settore, esportando i propri videogiochi in tutto il pianeta e influenzando altre società su precise scelte estetiche, economiche, di marketing e gestione. In Giappone sono nate delle serie di grande successo con diverse decine di titoli, diventate dei franchise transmediali.
L’aspetto di osservazione, cioè il sonoro dei videogiochi ha vissuto dei cambiamenti molto importanti che hanno permesso un’evoluzione velocissima passando in pochi decenni dall’utilizzo di pochi suoni campionati fino alla registrazione di intere orchestre, coerentemente con l’evoluzione del videogioco stesso che in pochi anni ha conosciuto dei grandi cambiamenti. Mentre avveniva questa rapida evoluzione è interessante notare che nell’industria giapponese vi siano stati svariati casi di compositori, squadre di sound designer e tecnici che hanno lavorato per la stessa compagnia per tre decenni e più vivendo in pieno questi cambiamenti portando elementi innovativi, adattandosi all’evoluzione del settore e condizionandola con il proprio lavoro.
La ricerca analizzerà le implicazioni di questi processi.