Abstract:
In data 1 Febbraio 2019 è entrato in vigore il nuovo Economic Partnership Agreement, siglato da Unione Europea e Giappone.
L’accordo prevede semplificazioni di regolamentazioni, scambi di persone e servizi, armonizzazione di standard di sicurezza tra Europa e Giappone, ma soprattutto l’abbattimento di gran parte del miliardo di euro di dazi doganali pagati ogni anno dalle aziende europee che esportano in Giappone.
La liberalizzazione più significativa riguarda i prodotti del settore food&beverage. Infatti la tassazione di vini e prodotti alcolici, che si attestava intorno al 15%, è stata immediatamente azzerata, mentre quella di prodotti caseari che si attesta intorno al 30%, verrà portata allo 0% attraverso un calo progressivo nell’arco di 15 anni .
Questo nuovo accordo riporta in superficie un problema che da tempo affligge l’economia dell’export italiano: la protezione dei prodotti Made in Italy dall’utilizzo dell’Italian Sounding da parte di aziende non italiane.
In questo accordo viene infatti riconosciuta la protezione di alcuni prodotti a livello di indicazione geografica. Sono 205 i prodotti Dop e Igp a livello europeo che godranno in Giappone dello stesso livello di tutela attualmente riconosciuto nell’UE. Tuttavia, sono solo 19 le Dop/Ig alimentari italiane protette, e solo 26 quelle relative ai nostri vini e alcolici .
Ad essere maggiormente afflitti da questo tipo di problematica sono soprattutto i prodotti del settore lattiero caseario.
Nell’accordo, infatti, per quanto riguarda i formaggi con nome composito come il Grana Padano o il Parmigiano Reggiano, i marchi godranno di protezione esclusivamente nel loro insieme. In Giappone sarà quindi possibile commercializzare un formaggio chiamandolo Grana Cheese o Parmigiano Cheese, nonostante non abbia alcuna similarità con il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano. Non solo, continuerà anche ad essere possibile utilizzare il termine Parmesan, registrare marchi che lo contengano, e commercializzare prodotti con quella dicitura a patto che sia indicata sulla confezione la reale origine del prodotto.
Le aziende di tutta Europa potranno quindi avvalersi come strategia di marketing dell’Italian Sounding per promuovere vini e formaggi che nulla hanno a che vedere con i prodotti ai quali nomi si ispirano.
Questa situazione ha sollevato diverse e discordanti opinioni tra gli esportatori italiani riguardo a questo EPA.
Si procederà innanzitutto ad inquadrare il concetto di Brand Identity e come le aziende necessitino di costruire un’identità del proprio marchio in un determinato mercato. Si analizzerà l’uso da parte delle aziende italiane del valore aggiunto all’estero del Made in Italy e dell’”italianità”.
Considerato l’uso dell’italianità come strategia di marketing, si è reso necessario nel tempo un certo grado di protezione delle specificità di alcuni prodotti Made in Italy, attraverso IGP e DOP. Si andrà quindi a definire il concetto di indicazione geografica, del suo ruolo nella protezione dei prodotti nazionali e si andrà ad analizzare la problematica della protezione dei prodotti italiani all’estero.
Verrà analizzato il fenomeno del “Fake Made in Italy” e dell’Italian Sounding, descrivendone i suoi effetti negativi sull’esportazione dei prodotti italiani.
Infine si analizzerà l’EPA in funzione della protezione dei prodotti italiani in Giappone e si tenterà di capire se l'accordo sarà funzionale alla protezione dei prodotti Made in Italy.
Si procederà con delle raccolte di dati relative all’esportazione in Giappone di prodotti italiani d’eccellenza con indicazione geografica certificata, come per esempio il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano.
Si prenderà poi in considerazione la posizione di Agriform, una cooperativa di secondo grado che si occupa di associare alcuni tra i più importanti caseifici cooperativi italiani, tramite un’intervista al suo Consigliere Delegato.