Abstract:
L’elaborato si propone di esaminare gli eventi e i processi che hanno portato la comunità palestinese d’Israele a pubblicare, tra il 2006 e il 2007, i cosiddetti “Future Vision Documents”, quattro documenti scritti da intellettuali e attivisti palestinesi che lavorano in ONG in Israele (‘Adalah, Mossawa, Mada al-Carmel). La trattazione muove dagli eventi dell’ottobre 2000, una serie di scontri intercorsi tra manifestanti palestinesi israeliani e la polizia che finiscono con l’uccisione di 13 cittadini palestinesi. Tali accadimenti sono considerati un turning point negativo nella storia delle relazioni intercomunitarie (tra ebrei e arabi/palestinesi) all’interno dello Stato ebraico, e testimoniano il processo di crescente mobilitazione dei cittadini palestinesi israeliani, iniziato negli anni Novanta. Attraverso l’analisi delle fonti documentarie (il Rapporto della Commissione Or, i quattro Future Vision Documents) e una serie di interviste condotte in loco, questa ricerca mette in luce le dinamiche della recente politicizzazione dei cittadini palestinesi. Per impulso delle attività della società civile, i palestinesi israeliani prendono coscienza di una lunga storia di marginalità dagli ambiti politico, educativo ed economico. Tramite le organizzazioni della società civile, che si sostituiscono in gran parte ai tradizionali partiti politici nel portare avanti le rivendicazioni civili e politiche di questa minoranza, i palestinesi chiedono che Israele abbandoni il suo carattere ritenuto etnocratico e che diventi uno Stato per tutti i suoi cittadini. I “Future Vision Documents” chiedono uguaglianza e pari opportunità per i cittadini palestinesi, oltre che maggiore rappresentazione a livello politico e maggiore autonomia in settori-chiave come l’educazione. Tali rivendicazioni si situano in un nuovo discorso politico che pone l’accento sullo status di minoranza nazionale indigena della comunità palestinese israeliana.