Abstract:
La vocazione dell’UNESCO alla protezione del patrimonio culturale e naturale e l’attenzione che pone al supporto e al rispetto delle comunità locali e/o indigene lo rende un potenziale e autorevole veicolo di turismo sostenibile. Attraverso un’indagine sulla potenziale attrattiva turistica del brand UNESCO, questa tesi vuole dare uno spunto per lo sviluppo di nuove idee di itinerari orientati alla sostenibilità dove i siti UNESCO, che non si limitano a quelli classificati nella Lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità, facciano da leitmotiv per una fruizione turistica integrata e consapevole, alla scoperta di valori eccezionali e universalmente riconosciuti ma che molto spesso sono sconosciuti o dimenticati.
Lo scopo di questa tesi è nello specifico quello di illustrare come il brand UNESCO si presti per sua natura allo sviluppo di itinerari turistici sostenibili. Attraverso un questionario punta a dimostrare il potenziale interesse del pubblico verso itinerari turistici che uniscano la scoperta di più siti UNESCO all’interno di un dato territorio. Il questionario ha anche dimostrato come le attività dell’UNESCO non siano ancora del tutto conosciute rivelando al tempo stesso sia delle lacune comunicative da parte dell’Organizzazione, sia un enorme potenziale di sviluppo.
L’UNESCO non nasce come organizzazione di promozione turistica, e la Lista dei Beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità non può, non è e non deve essere una lista di attrazioni turistiche tout court da sfogliare come catalogo. Nonostante molte di esse siano effettivamente delle importanti destinazioni, mete del crescente turismo globale, c’è ancora molto da poter fare per sviluppare pratiche di fruizione turistica a sostegno dell’ambiente e delle comunità ospitanti.
Nel 1976 le stime di crescita turistica hanno portato ICOMOS a redigere la Carta di Bruxelles, che bolla il turismo come una pratica distruttiva e assolutamente da evitare nei luoghi storici. Le posizioni dell’UNESCO nei confronti del turismo mutano sensibilmente nel 1999 quando ICOMOS redige la Carta del Turismo Culturale Internazionale che si pone di fatto come una revisione della più drastica Carta di Bruxelles. La nuova Carta, pur confermando gli impatti dannosi che il turismo può avere sull’ambiente e sul patrimonio, gli riconosce tuttavia il merito di essere un veicolo per uno sviluppo socio-culturale condiviso e diffuso nella comunità ospitante, nonché il vantaggio di contribuire alla salvaguardia del patrimonio. A supporto di ciò vengono presentati degli esempi di siti UNESCO come modelli virtuosi dove il turismo sostenibile è una pratica ormai affermata. Vengono inoltre introdotti i vantaggi e gli svantaggi della presenza turistica nei siti protetti e illustrati i princìpi del turismo sostenibile e le relative certificazioni di ecosostenibilità.
Il capitolo conclusivo si pone come spunto applicativo dei principi illustrati in precedenza con un particolare focus sui Geoparchi UNESCO della Sicilia, sicuramente meno conosciuti della Lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità, ma che per loro natura si prestano allo sviluppo di attività turistiche sostenibili. La Sicilia è la regione d’Italia che vanta il maggior numero di beni inscritti e per questa ragione ha tutto il potenziale per sviluppare un itinerario tematico UNESCO sostenibile, alla scoperta di valori antichi e nuovi, dimenticati e talvolta sconosciuti. In questa ottica UNESCO e turismo possono lavorare insieme con il mutuale obiettivo di supporto e protezione del patrimonio naturale e socio-culturale dei popoli.