Abstract:
Il cambiamento climatico è un fenomeno che ormai coinvolge tutti in prima persona: l’innalzamento delle temperature, l’aumento del livello del mare e l’aumento delle concentrazioni di gas serra sono tutti fenomeni che al giorno d’oggi non possiamo più ignorare. Per far fronte a questi cambiamenti gli uomini ma in particolare gli Stati hanno adottato in questi ultimi anni diverse politiche e strategie, come per esempio la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Come diverse sono state le strategie per far fronte al cambiamento climatico, diversi sono stati gli accordi internazionali per la salvaguardia del clima che hanno coinvolto gran parte degli stati del mondo. In questo contesto, la Cina viene considerata uno dei paesi maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico.
Si prenderà in considerazione la posizione cinese a partire dalla Conferenza ONU sui cambiamenti climatici del 2009 svoltasi a Copenaghen, in cui si sono visti i fallimenti dei negoziati internazionali concludendosi con un accordo non vincolante.
Si passerà poi alla posizione cinese dopo l’accordo di Parigi del 2015, in cui si arriva ad un accordo per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.
Infine si cercherà di esporre nella maniera più chiara quale sarà la prospettiva cinese riguardo al cambiamento climatico. La Cina è considerata tuttora un paese in via di sviluppo, che però ha conosciuto la sua crescita economica verso la fine del Novecento. Crescita economica e inquinamento sono elementi che vanno di pari passo e la Cina ha da una parte avuto un boom economico considerevole ma dall’altra ha avuto sempre più un peggioramento della situazione ambientale, causato soprattutto dalle politiche “aggressive” di sviluppo economico. Una domanda che sorge spontanea è “ La Cina sta veramente agendo in risposta al cambiamento climatico o è solo un metodo per dimostrare all’occidente che la “Terra di mezzo” è diventata leader mondiale nella lotta contro il cambiamento climatico”?