Abstract:
Il dissesto finanziario scoppiato nel biennio 2007-2008 negli Stati Uniti, oltre a contagiare l’economia reale, mostra le fragilità strutturali ed istituzionali insite nel processo d’integrazione europea. La presa di coscienza dell’assoggettamento del potere sovrano statuale alle attese dei mercati finanziari, promuove una profonda riflessione sulla mancanza di credibilità dei decisori politici nel perseguire attivamente la disciplina fiscale e la sostenibilità delle finanze pubbliche. In tal senso, l’emblematica questione greca porta in auge all’analisi delle determinanti della crisi il fenomeno dei deficit bias, ovvero la tendenza verso elevati disavanzi pubblici. L’Unione, minacciata dal possibile default di un Paese membro, da un lato predispone strumenti temporanei finalizzati ad evitare il collasso della costruzione comunitaria, dall’altro avvia una profonda revisione della governance fiscale europea. Proprio in tale ambito si inserisce il tema degli organismi indipendenti di bilancio quali istituzioni necessarie a completare il nuovo assetto eurounitario. Istituiti da tempo in alcuni paesi occidentali, i fiscal councils presentano configurazioni profondamente disomogenee che ne rendono difficile un inquadramento generale. Nel nostro Paese, l’introduzione dell’Ufficio parlamentare di bilancio arricchisce l’armamentario per limitare la discrezionalità del policy maker al fine di rafforzare la disciplina di bilancio e garantire la piena trasparenza dei conti pubblici.