LA MANO NERA DI DON PETROLIO. Territori contesi e cosmografie in disputa: il caso di Llanchama, comunità kichwa del Parco Nazionale Yasuní (Amazzonia ecuadoriana).

Abstract

L’Amazzonia ecuadoriana è un territorio storicamente conteso. Sin dalle prime esplorazioni ai tempi del colonialismo, l’approccio con cui gli attori esterni di relazionano al “continente verde” segue le logiche della conquista. Conquista delle popolazioni, dello spazio, della cultura e della natura. Tali dinamiche si ripropongono ciclicamente: con il caucciù, con le haciendas e, infine, con il petrolio. Questo testo analizza le dinamiche secondo cui lo Stato, dalle prime estrazioni petrolifere ad oggi, gestisce le risorse naturali del sottosuolo amazzonico e la logica secondo la quale si relaziona e concepisce la natura e la cultura indigene. L’obiettivo è quello di mettere a confronto le cosmografie statale e indigena. La prima è rispecchia una logica extractivista per cui lo Stato percepisce l’Amazzonia come un pozzo di risorse infinite da saccheggiare. La seconda, invece, è espressione di un’economia sostantivista, di sussistenza, e si basa su una concezione ecologica del rapporto tra uomo e natura. Verrà poi preso in analisi un modello di sviluppo alternativo nel quale convergano aspetti di entrambe le cosmografie. Ciò che si propone è la possibilità di far partecipare le comunità indigene al processo di sviluppo economico che coinvolge la regione uscendo dalla logica del petrolio e potendo, invece, promuovere le pratiche tradizionali e mantenere intatto il loro rapporto con la natura.