Abstract:
Questo elaborato finale si dedica allo studio di un gruppo di tre opere tutte firmate dallo stesso pittore giapponese Hōen e contrassegnate dal medesimo sigillo, facenti parte della preziosa collezione Bardi che da quasi un centennio costituisce la raccolta del Museo d'Arte Orientale di Ca' Pesaro, a Venezia. Esso si prefigge l'obiettivo di raccogliere quante più informazioni possibili in merito ai pezzi selezionati e mai analizzati precedentemente, proprio al fine di dare un contributo concreto (per quanto modesto e circoscritto) all’accrescimento del livello di conoscenza della collezione. Il lavoro si apre dunque con un capitolo di riepilogo della storia della collezione museale dalla sua formazione fino ai tempi recenti, utile per una prima contestualizzazione dell'argomento più generale. Procede poi con l'esposizione delle informazioni ricavate attraverso la consultazione diretta dei documenti di inizio Novecento, come la scoperta dell'esistenza di un quarto dipinto a completamento dello stesso gruppo. Il secondo capitolo coincide con l'organizzazione dei dati raccolti tramite lo studio diretto di ciascuna delle tre opere e il lavoro di approfondimento e di ricerca ad esso successivo, in schede di catalogo secondo il modello ufficiale utilizzato dal Museo d'Arte Orientale. In coda a queste ultime segue un sottocapitolo che analizza i dipinti in maniera più ampia e discorsiva, con l'aggiunta di considerazioni personali. In particolare, si è indagato soprattutto in merito alla questione della paternità delle opere, prendendo la firma "Hōen" presente uguale su ciascun dipinto come punto di partenza per la ricerca. Nonostante la presenza di firma e sigillo abbia reso possibile il confronto di vari dipinti dal punto di vista non solo dello stile pittorico ma anche della grafia, l'attribuzione rimane incerta, dal momento che nel periodo storico interessato furono attivi i pittori Nishiyama Hōen, Kagawa Hōen e Hōen Taira Yoshiteru.
Nel complesso, nonostante di alcuni aspetti siano state formulate ipotesi potenzialmente verificabili tramite analisi dei materiali condotte da esperti del restauro ed ulteriori ricerche più meticolose, tale lavoro risulta comunque innovativo ed utile per la sua originalità, dal momento che del gruppo di opere preso in esame non esiste alcuna analisi pregressa documentata. Anche le fotografie sono originali, scattate durante le sessioni di consultazione ed analisi dirette dei documenti e dei dipinti.