Abstract:
Le raccolte collettive di musica profana costituiscono un settore importante della produzione musicale a stampa del Cinquecento in Italia. Nate parallelamente alle edizioni monografiche, delle quali condivisero le alterne fortune, negli anni Sessanta cominciarono a imporsi con maggiore forza sul mercato, anche grazie alla presenza ormai costante della figura dell’editor.
Questo studio si sofferma in particolar modo sulla produzione collettiva tra il 1570 e la fine del sedicesimo secolo e sul duplice impatto che questa ebbe sulla circolazione musicale: le raccolte, infatti, da un lato garantirono la vendita e un ritorno economico proponendo brani nuovi accanto ad altri che già circolavano con successo in forma manoscritta, dall’altro crearono interesse verso compositori nuovi veicolandone la diffusione. L’arco cronologico è stato scelto in quanto delimitato dalla scomparsa dei due maggiori protagonisti della stampa musicale di tutto il Cinquecento – Antonio Gardano e Girolamo Scotto – e dal declino delle raccolte madrigalistiche a favore di generi nuovi. L’indagine, avviata dal raffronto dei dati riportati in due dei più importanti repertori dedicati, il Répertoire international des sources musicales (in particolare il volume B/I/1 intitolato Recueils imprimés. XVIe-XVIIe siècles) e la Bibliothek di Emil Vogel, è stata seguita dall’esame delle fonti primarie. La varietà riscontrata ha suggerito di inquadrare le raccolte in diverse tipologie in base alle loro affinità per poterne tratteggiare meglio le caratteristiche.
L’obiettivo finale dello studio è duplice: da un lato fornire uno strumento di consultazione che permetta un accesso rapido e ragionato alle raccolte di più autori a chi si voglia accostare al loro studio; dall’altro sollecitare un’edizione critica di quelle raccolte che a tutt’oggi sono consultabili solamente attraverso le stampe cinquecentesche.