Abstract:
Attualmente in Italia lo scenario istituzionale ed organizzativo dei Servizi sociali è molto variegato. Le ragioni di tale differenziazione territoriale vanno ricercate nella storia delle politiche sociali italiane. Nel capitolo secondo della presente tesi è illustrato un breve excursus storico delle principali tappe.
Dopo oltre cento anni di vuoto normativo ed in un contesto sociale e politico favorevole al cambiamento, la L. 328/2000 ha tentato di porre rimedio alla disparità tra i diversi sistemi locali, ponendosi come presupposto di una vera e propria rivoluzione all’interno del comparto sociale.
Tuttavia, ben lontano dall’aver raggiunto quest’ultimo obiettivo, la differenziazione territoriale permane tutt’oggi ed è prevista dalla stessa normativa.
Rispetto alle politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, l’Italia ha una legislazione recente dal momento che fin dagli anni ‘90 risultava uno dei pochi paesi privo di una misura nazionale.
Negli ultimi 20 anni si sono susseguiti vari tentativi e sperimentazioni sia a livello nazionale che regionale che hanno portato nel 2019 all’approvazione della legge sul Reddito di cittadinanza (RdC).
Il capitolo 3 delinea in modo sintetico l’evoluzione delle politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale in Italia, raccontando come alla misura innovativa del Reddito minimo di inserimento (RMI), si siano susseguite varie Social Card, il SIA (Sostegno Inclusione Attiva) e il ReI (Reddito di Inclusione), misure che hanno attribuito ai Comuni – se pur in modalità diverse – un grande ruolo nel costruire insieme ai beneficiari progetti di attivazione sociale.
All’istituzione di misure specifiche di contrasto alla povertà, si è aggiunta l’attività di programmazione nazionale in tale settore che ha visto il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la prima volta impegnato ad approvare il Piano degli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà 2018-2020, demandandone alle Regioni l'applicazione attraverso gli Atti di Programmazione locale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale.
Tali strategie, insieme alla normativa relativa al RdC, vogliono essere un'occasione per ripensare l'assetto organizzativo dei servizi sociali nella presa in carico dei nuclei beneficiari.
Il capitolo 4, dai contenuti tecnico-teorici, tratterà delle possibili forme organizzative e istituzionali dei servizi sociali, comparando anche differenti esperienze regionali.
Questa tesi intende successivamente descrivere ed analizzare gli sforzi che il Comune di Belluno sta portando avanti, in un processo che vuole andare verso la costituzione dell’ambito bellunese.
Per riflettere sulle criticità e i punti di forza riscontrati fin qui e per cercare di individuare utili strategie per gli addetti ai lavori, al capitolo 6 sono state raccolte le osservazioni di alcuni operatori impegnati nell’Atto di programmazione territoriale e nel Piano regionale per il contrasto alla povertà, che si sono resi disponibili alla discussione rispetto a questa tematica.
Concludendo, ci si interrogherà su quale possa essere una forma di gestione associata attivabile nell’ambito di Belluno, quali siano le condizioni che la rendono applicabile e quali invece gli ostacoli alla sua realizzazione, alla luce delle analisi del contesto e degli studi teorici analizzati rispetto alle tipologie organizzative esistenti.
Lo sforzo e l’obiettivo della tesi risulta essere quindi la volontà di riempire di contenuti e strategie operative “l’Ambito”, termine che ad oggi rappresenta solamente una linea di confine che racchiude ben 46 comuni.