Abstract:
Considerando i prodotti di origine vegetale siano essi destinati al consumo umano o per l’alimentazione zootecnica la risorsa suolo riveste un ruolo fondamentale come mezzo di produzione per la produzione di cibo. Il 2015 è stato scelto dall’ONU come l’anno nazionale del suolo allo scopo di porre i riflettori sui rischi che esso corre come l’erosione, la desertificazione, la cementificazione e tutte le pratiche di agricoltura intensiva trasformata ormai in agro-industria.
Di recente si sente parlare di un fenomeno molto particolare che pochi conoscono e che va sotto il nome di Land Grabbing, tradotto in italiano con il nome di “accaparramento di terre fertili”. Consiste nell’acquisto da parte di grosse aziende private, grandi latifondisti o di governi di ampie aree agricole presso paesi in via di sviluppo, quindi paesi poveri e con una forte disparità sociale interna. Molto spesso queste compravendite avvengono senza che le popolazioni locali siano a conoscenza di quello che sta accadendo. L’aspetto importante da tenere presente in maniera costante durante la lettura di questo elaborato è che nella maggior parte dei casi questi suoli sono necessari al sostentamento della popolazione autoctona. Questi terreni non vengono utilizzati per la produzione di derrate alimentari ma di culture energetiche per la produzione di bio diesel o altri prodotti industriali. Le poche eccedenze alimentari prodotte vengono destinate all’export con il risultato quindi di non produrre nessun vantaggio per le popolazioni locali. Giusto per fornire qualche dato circa questo fenomeno ricordo che il land grabbing ha riguardato negli ultimi anni 4 milioni di ettari per il Sudan, 3 milioni di ettari per il Mozambico, un milione e mezzo di ettari per l’Etiopia e in Cambogia sono stati sottoposti a land grabbing circa 950 mila ettari di suolo a riprova del fatto che questo fenomeno non riguarda come spesso si pensa soltanto il continente Africano.
Questo fenomeno dalla portata macroscopica ha colpito non soltanto i paesi considerati del “Terzo Mondo “ ma anche un paese situato nel cuore dell’Europa che dal 2007 è entrato a far parte dell’Unione Europea, ovvero la Romania.
Il mio interesse per questa tematica e questo fenomeno epocale nacque circa tre anni fa quando durante la preparazione di un’esame di sociologia mi sono imbattuto a studiare questo fenomeno a caratteri generali. Sin da subito il pensiero si è rivolto al mio paese d’origine nel quale sin da quand’ero piccolo sentivo parlare di vendite di terre ad investitori stranieri.
Le fonti che ho utilizzato ai fini dello sviluppo di questa tematica sono molteplici e di vario genere una visione oggettiva delle tematiche descritte in precedenza.
Tuttavia una delle difficoltà e problematiche che più spesso si incontra con questo tipo di studio è la scarsità d’informazioni. Questa carenza d’informazioni e l’omertà che accompagna la materia sono conseguenze del fatto che l’argomento trattato da un lato è molto recente e dall’altro è volutamente tenuto in ombra mediante una grande riservatezza al riguardo. Qualora si voglia indagare su di un caso specifico e osservare o analizzare i contratti posti in essere che sono alla base di questi accordi ,essi non vengono resi pubblici.
La modalità di ricerca utilizzata soprattutto nel capitolo tre ha richiesto uno studio maggiore in loco che mi ha portato ad optare per una metodologia di ricerca qualitativa mediante interviste che registravo man-mano (e costruivo), analizzando il fenomeno dal punto di vista economico sociale.
Ciò che caratterizza questa tesi è sicuramente l’unicità della tematica e i gli argomenti delicati che si vanno a toccare.