Abstract:
Durante il mio lavoro di operatrice con giovani donne immigrate in Italia, mi è spesso capitato di accompagnarle ed assisterle nel corso di diverse visite e percorsi in ambito ginecologico. Da qui nasce la domanda di ricerca del presente lavoro: se e come sia possibile costruire “incontri” di qualità migliore per il personale e per le utenti, e trovare soluzioni innovative a problemi di distanza ed incomprensioni linguistiche e culturali. Attraverso venti interviste di tipo qualitativo rivolte a figure professionali che nel pubblico e nel privato si occupano di salute riproduttiva in Veneto, ho condotto un progetto di ricerca nel tentativo di trovare risposte al mio quesito, nonché di offrire un'occasione di riflessione sull'argomento. Come già indicato dalla letteratura, sono apparse difficoltà relazionali legate a problematiche di tipo linguistico e culturale. Ma sono anche emersi ostacoli legati alla mancanza di politiche attente a questo tipo di utenza e orientate ad istituzionalizzare buone pratiche e strategie già messe in atto da chi lavora in questo campo.