dc.contributor.advisor |
Casarin, Francesco |
it_IT |
dc.contributor.author |
Lattarulo, Mariacristina <1993> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2019-10-06 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2020-05-08T05:31:27Z |
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dc.date.issued |
2019-10-25 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/16017 |
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dc.description.abstract |
Una polizza assicurativa corrisponde ad un accordo contrattuale tra la compagnia assicurativa e l’istituzione museale relativamente i rischi indagati.Il risk management svolge un ruolo di primaria importanza nell’analisi dei rischi percepiti e come il termine stesso suggerisce, concerne la gestione del rischio attraverso uno studio delle criticità riscontrabili al fine di schivare o quantomeno limitare il rischio stesso e se necessario, accettarlo e ricorrere alla pratica assicurativa.
Per ragioni talvolta di natura legislativa o per rischi non stimabili a livello statistico o ancora caratterizzati da una elevata probabilità, non è assolutamente possibile assicurare tutti i generi di rischi a cui si potrebbe andare incontro.
Senza dubbio alcuno, il rischio va individuato specificando la natura del danno e circoscrivendolo in maggior misura seguendo tre dimensioni quali la causa, il tempo e lo spazio.1 Nel caso specifico di un’istituzione museale, contenitore di una vasta gamma di beni anche di piccole dimensioni, il risk manager valuta un ventaglio di fattori affinché possa essere identificata l’eventuale possibilità della stipula di un’ assicurazione ad hoc. Tuttavia, in questo processo di analisi dell’efficacia ed efficienza delle varie prassi1 di controllo e sicurezza e finanche di gestione degli inventari e dei visitatori all’interno della macchina museale, accompagnato da un costante obiettivo di riduzione di eventuali danni o perdite, potrebbe risultare lampante come buona parte del budget di un museo possa essere
meglio investito nell’ottimizzazione di pratiche ed attrezzature preventive anziché in polizze assicurative. I problemi maggiormente rintracciabili2 nel momento della valutazione di un rischio per un’istituzione museale possono essere di diversa natura e hanno una non indifferente incidenza sul riconoscimento dell’elevato tasso di perdita del museo da parte del risk manager, una volta accertatosi che l’istituzione abbia osservato la molteplicità di indicazioni ed accorgimenti propedeutici ad una corretta gestione della situazione.
Dunque, il modus operandi di gestione del rischio concerne qualsivoglia prassi di revisione cautelativa per la collezione di un museo ed il ricorso alla pratica assicurativa diventa l’ultimo tentativo a favore della protezione del bene.
Non vi è una copertura assicurativa riconosciuta universalmente e qualora fosse accolta dalla comunità museale una polizza organica, il maggior numero degli interrogativi tra debitore e creditore circa l’idoneità della copertura assicurativa, si dissolverebbero
Eric Fisher, vicepresidente di Willis, società di broker assicurativi che ingloba clienti quali musei, gallerie e soggetti coinvolti nel settore Fine Arts, ha dichiarato in un’intervista del Sole24ore che sia le collezioni permanenti che le collezioni di soggetti privati di istituzioni museali, possono essere vittime di sinistro.
Va indubbiamente riconosciuta al ramo assicurativo dell’arte una fase evolutiva piuttosto recente. Come vedremo nei capitoli successivi, il ventaglio d’offerta delle compagnie assicurative include la copertura del rischio sia di giganti museali e dei relativi progetti espositivi, attorno ai quali ruotano i migliori investimenti; sia delle collezioni di soggetti privati1 che rappresentano circa il 20% dei tecnici del comparto cultura.
Nonostante tale crescita, le polizze assicurative per le collezioni permanenti di istituzioni museali,anche per i grandi colossi dell’arte, rappresentano un onere non indifferente. |
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dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Mariacristina Lattarulo, 2019 |
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dc.title |
Strumenti assicurativi nel settore Fine Arts |
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dc.title.alternative |
Gestione del rischio e strumenti assicurativi: prestito e movimentazione dei beni culturali |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Economia e gestione delle arti e delle attività culturali |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali |
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dc.description.academicyear |
2018/2019, sessione autunnale |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
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dc.thesis.matricno |
871424 |
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dc.subject.miur |
SECS-P/06 ECONOMIA APPLICATA |
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dc.description.note |
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it_IT |
dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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it_IT |
dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Mariacristina Lattarulo (871424@stud.unive.it), 2019-10-06 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Francesco Casarin (casarin@unive.it), 2019-10-21 |
it_IT |