Abstract:
Elio Vittorini e Valentino Bompiani sono testimoni dello stretto rapporto che intercorreva tra autore ed editore durante il decollo dell’editoria moderna in Italia. Tale rapporto di stretta collaborazione ha avuto inizio nel 1939 fino alla fine del secondo conflitto mondiale. L’anno 1943 tuttavia rappresenta un anno cruciale per l’editoria italiana. La censura si fa sempre più agguerrita ed è proibita la diffusione dei libri di autori “nemici”. I bombardamenti e le ristrettezze della guerra rendono il lavoro editoriale più difficoltoso nella produzione e nella diffusione dei libri. A questo si aggiunge lo spostamento della sede della casa editrice Bompiani da Milano a Firenze. Nel capoluogo lombardo Vittorini si ritrova a coordinare il lavoro degli altri autori che si rivolgono a lui per avere tutte le direttive necessarie, creative ed amministrative. L’autore siciliano tuttavia sente l’esigenza di dedicare maggior tempo all'attività politica, a scapito dell’attenzione posta al lavoro editoriale, soprattutto in seguito al suo arresto. L’insieme di questi elementi contribuiscono a rendere la collaborazione tra l’editore milanese e Vittorini più tesa e irrequieta in particolare durante la fine dello stesso anno. Questa tesi si propone di sviscerare il rapporto autore-editore durante gli anni a cavallo tra le due grandi guerre, in particolare quello tra Valentino Bompiani ed Elio Vittorini, cercando di capire quali interessi comuni li unissero e quali incomprensioni irrisolvibili abbiano infine portato Vittorini ad abbandonare la casa editrice.