Abstract:
Si è assistito a un crescente scetticismo da parte degli stati uniti nei confronti degli accordi multilaterali come soluzione alle problematiche internazionali. Per quanto concerne i rapporti con la Cina questo atteggiamento risulta ancora più marcato. La fuoriuscita dal TPP e l’escalation tariffaria con la Cina a seguito del report della commissione speciale 301 sul trasferimento forzato di tecnologia ne sono un chiaro esempio. Gli Stati uniti hanno fatto si ricorso anche al Dispute Settlement Body, ma la richiesta di consultazione DS 542 ha obbiettivi minimi rispetto all’iniziativa unilaterale presa ai sensi della sezione 301 del Trade Act 1974. Pur condannando il ritorno al bilateralismo da parte di Trump, anche UE e Giappone hanno riconosciuto la criticità a livello internazionale del regime cinese sul trasferimento di tecnologia, l’UE in particolare si è associata agli stati Uniti a livello multilaterale presentando una propria richiesta di consultazione con la Cina (DS 549). Le pratiche sul trasferimento di tecnologia sono state infatti oggetto di uno storico dibattito tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo al punto che ancora oggi non si è riusciti a definire una disciplina esaustiva al riguardo nella WTO. Solo l’Accordo TRIPS sembrerebbe offrire un quadro normativo adeguato, ma questo si limita alle pratiche legate agli IPR. L’attacco al regime sul trasferimento di tecnologia cinese ha dimostrato di toccare invece tutta una serie di ambiti della Normativa WTO su cui urgerebbero nuove negoziazioni. In quest’ottica la scossa di Trump al sistema WTO, se non fatale, potrebbe essere l’imput decisivo per un’attesa riforma dell’Organizzazione. Ad ora le proposte di riforma non sono mancate, accompagnando l’escalation tariffaria, sia da parte di USA, UE e Giappone sia da parte della Cina. L’obiettivo di questa tesi è perciò di analizzare la sfida di Stati Uniti e Unione Europea al Regime cinese sul trasferimento di tecnologia per capire poi come le problematiche da essa sollevate si stiano inserendo nelle proposte per una futura riforma della WTO