Abstract:
Questa tesi si propone di analizzare le dinamiche del mercato del lavoro della Regione Veneto attraverso l’approfondimento di nuovi strumenti d’indagine relativi ai c.d. flussi del mercato del lavoro. Nuove tipologie di analisi oggi possibili grazie a Veneto Lavoro che rende pubblico il Database relativo ai centri dell’impiego regionali. Una base di dati la cui ricchezza informativa rappresenta un elemento imprescindibile per indagare la qualità del lavoro e le dinamiche congiunturali in atto. Non si ritiene più sufficiente infatti, indagare il mercato del lavoro attraverso l'utilizzo delle statistiche tradizionali. Si ritiene quanto mai necessario, approfondire nuove metodologie analitiche in relazione anche alle trasformazioni in atto nei mercati del lavoro delle economie globali.
Tasso di occupazione e tasso di disoccupazione, forza lavoro e tasso di inattività, per decenni hanno costituito gli strumenti con cui determinare il livello di salute del mercato del lavoro. Tali misure sono definite di stock, cioè l’informazione che restituiscono riguarda il numero di persone occupate, disoccupate o inattive in un dato periodo storico per uno specifico territorio. Le misure di stock si occupano di determinare il quantum, cioè se il numero degli occupati aumenta e il numero dei disoccupati diminuisce vuol dire che il mercato del lavoro è in espansione, viceversa indica che è in fase recessiva.
Nel Veneto al primo trimestre 2019 il mercato del lavoro risulta in fase fortemente espansiva, il numero degli occupati in migliaia di unità non è mai stato così alto nella storia regionale, il tasso di occupazione ha toccato il 67.5%, ben nove punti sopra la media nazionale, i livelli di disoccupazione continuano a scendere e risultano comparabili con quelli di alcune delle regioni più industrializzate d’Europa. Salvo shock recessivi esogeni, è facile prevedere nel prossimo futuro un aumento dei tassi di occupazione e una ulteriore diminuzione dei tassi di disoccupazione. Tuttavia, disaggregando i dati e attraverso l’utilizzo di fonti informative diverse, si dimostrerà che l’immagine del mercato del lavoro odierna risulta molto diversa da quella del mercato del lavoro regionale prima della crisi del 2008-2009. Posto che, il numero degli occupati risulta più o meno lo stesso e il tasso di disoccupazione in rapido avvicinamento ai livelli precedenti alla crisi, un profondo mutamento è intervenuto nel mercato.
Del resto, grandi trasformazioni sono in atto nei sistemi economici globali: compenetrazione dei mercati e frammentazione verticale delle catene del valore, ingresso di player dirompenti nel commercio internazionale e conseguente destabilizzazione delle politiche commerciali globali nonché un’ulteriore, trasversale accelerazione della portata rivoluzionaria delle tecnologie variamente legate alla connettività. Ne conseguono trasformazioni dei mercati del lavoro: servitizzazione dell’industria, precarizzazione delle storie contrattuali, polarizzazione e suscettibilità dei profili professionali alla computerizzazione. Si aggiungono inoltre epocali trasformazioni demografiche: l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione della natalità.
Qual è la portata di tali cambiamenti nel mercato del lavoro territoriale? La struttura produttiva, l’archichettura istituzionale e la legislazione sul lavoro di un dato determinato territorio come influenzano le trasformazioni in atto?
Possiamo oggi affermare che gli strumenti d’indagine fin qui utilizzati abbiano ancora la capacità di restituire l’effettivo stato di salute del mercato del lavoro?