Abstract:
La politica estera giapponese, dal punto di vista dello studio delle relazioni internazionali, è sempre risultata peculiare poiché lo Stato sin dalla Seconda Guerra Mondiale ha ripudiato la guerra così come riportato nella sua stessa Costituzione rendendolo un caso peculiare nella disciplina. Nel corso degli anni della Guerra Fredda e dopo la sua conclusione però, lo Stato asiatico è riuscito a ritagliarsi un proprio ruolo nel mondo grazie proprio al suo pacifismo utilizzando le proprie risorse per la crescita economica e commerciale piuttosto che dell’esercito; utilizzando quindi metodi alternativi a quelli delle Superpotenze prima e delle Nazioni più potenti poi il Giappone è infine diventato la seconda potenza economica mondiale negli anni ’90.
L’obiettivo di questo studio è evidenziare come la politica estera del Giappone, specialmente in relazione con gli Stati Uniti, si sia evoluta utilizzando la propria situazione particolare in ambiti economici e diplomatici fino a raggiungere un drastico cambiamento in concomitanza con la Guerra del Golfo, primo evento nella storia giapponese dopo la Seconda Guerra Mondiale in cui esso ha dispiegato forze militari all’estero senza la presenza di una risoluzione delle Nazioni Unite contraddicendo quindi per certi versi la propria Costituzione. La ricerca si è sviluppata analizzando vari scritti in materia riguardo il tema concentrandosi su punti quali: lo sviluppo e il ruolo delle Forze di Auto-Difesa, ovvero quelle che possono essere considerate l’esercito del Giappone; il ruolo del gaiatsu, la pressione esterna nei confronti del Paese -specialmente quella statunitense-; il ruolo che Tokyo ha assunto e sta assumendo nel nuovo contesto internazionale nato dalla fine della Guerra Fredda e il rapporto speciale che il Giappone ha avuto con gli Stati Uniti diplomaticamente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.